Cesare Battisti, i giudici respingono l’istanza: resti in isolamento per sei mesi
Cesare Battisti dovrà scontare sei mesi di detenzione in isolamento diurno. I magistrati milanesi respingono la richiesta del terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato a 2 ergastoli per 4 omicidi, di ritenere prescritto l’isolamento diurno di 6 mesi.
La Corte d’Assise d’appello di Milano ha, infatti, sciolto la riserva sull’isolamento diurno di Battisti, stabilendo che l’istanza del difensore «non può essere accolta». E che, dunque, per l’ex-terrorista rosso, arrestato a gennaio in Bolivia, resta la misura dell’isolamento diurno di sei mesi nel carcere di Oristano “Salvatore Soro” dove si trova detenuto dopo essere stato riportato in Italia.
L’istanza era stata illustrata dal legale di Cesare Battisti, l’avvocato milanese Davide Steccanella nell’udienza di lunedì scorso 18 marzo, quando il penalista aveva anche ribadito la richiesta di commutare la pena dall’ergastolo a 30 anni di carcere in base all’accordo di estradizione tra Brasile e Italia.
Nel provvedimento, il presidente del collegio, la toga di Magistratura Democratica, Giovanna Ichino – lo stesso giudice che, 40 anni fa, fu relatore della prima sentenza sui Pac – sottolinea come «l’imprescrittibilità della pena dell’ergastolo non può che riverberarsi anche sulla pena dell’isolamento temporaneo diurno».
Quanto alla richiesta di commutare la pena, i giudici sono in attesa, prima di decidere, che la difesa depositi la traduzione di alcuni atti, tra cui l’accordo di estradizione con il Brasile.
Proseguirà, quindi, il prossimo 17 maggio la parte principale del procedimento che si è aperto davanti ai giudici dopo che l’avvocato di Battisti ha presentato per il terrorista la richiesta di commutazione della pena da ergastolo a 30 anni, sulla base dell’unico accordo valido – secondo la difesa – di estradizione, ossia quello tra Italia e Brasile del 2009 giacché nel paese sudamericano non è prevista la pena dell’ergastolo.