CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Dite a Saviano che pure a Milano c’è la paranza (multietnica): sgominata baby gang

Dite a Saviano che pure a Milano c’è la paranza (multietnica): sgominata baby gang

Cronaca - di Davide Ventola - 6 Marzo 2019 - AGGIORNATO 31 Ottobre 2019 alle 11:31

Una baby gang multietnica, composta quasi tutta da nordafricani, alcuni con cittadinanza italiana. In tutto 12, di età compresa tra 15 e 22 anni, tra loro quattro ragazze. Nella conferenza stampa dei carabinieri della Compagnia Duomo di Milano emerge il ritratto di un gruppo criminale spietato, nonostante la giovanissima età. Come spiega il capitano dell’Arma, Matteo Martellucci, i giovani criminali agivano per «mostrare la propria capacità di prevaricazione e prepotenza, con l’obiettivo di avere il predominio della zona più che un arricchimento personale».

Chiamata “Operazione Paranza” citando Saviano

«Elevata capacità criminosa e una dimestichezza nella commissione di reati». Così vengono descritti da Marilena Chessa, gip di Milano al tribunale per i minorenni i 9 minori catturati. La gang era composta quasi tutta da nordafricani, alcuni con cittadinanza italiana. Il branco si ispirava ai gruppi criminali dei “latinos” e si faceva chiamare “Latin King”. 

Dall’articolo di Repubblica Milano di Ilaria Carra

La gang prendeva di mira principalmente giovanissimi. Una ferocia che li aveva messi in condizione di spadroneggiare nella zona del parco Sempione a Milano. Per illustrate le 12 misure cautelari, nove i minori in manette (di cui otto in carcere e uno in comunità) per rapina aggravata e lesioni personali, vengono ricostruiti gli episodi, 11 quelli contestati nelle indagini durate un anno, e le modalità di azione del gruppo, di età compresa tra i 15 e i 22 anni. Le indagini, iniziate dai carabinieri della stazione Porta Sempione, si sono sviluppate a partire dalle denunce raccolte in merito a numerose rapine.

Una gang spietata nonostante la giovane età

Il gruppo multietnico era formato da immigrati e da minori nati in Italia. La gang, spiegano gli inquirenti, «selezionava le vittime su criteri di vulnerabilità: in base all’età, al sesso, se si trovavano in una posizione isolata. Il branco quindi si avvicinava con il pretesto di una sigaretta e di fronte alla reazione della vittima era pronto ad agire con violenza».  Sempre contenuto il bottino: il cellulare o il contenuto del portafoglio».

Tra i casi più eclatanti l’aggressione, con calci e pugni, contro una ragazza la quale è riuscita ad evitare il peggio usando uno spray al peperoncino contro i suoi aggressori. Le vittime, alcune sono riuscite a identificare parte del gruppo, venivano minacciate con coltelli e dietro la minaccia di armi. Durante le perquisizioni i carabinieri hanno sequestrato una pistola a salve, un machete e diversi coltelli, l’armamentario a cui la baby gang avrebbe fatto ricorso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

C'è un commento:

  1. ADRIANO AGOSTINI ha detto:

    Non li oscurate. Fateceli vedere bene in faccia. Al diavolo la idiozia della privacy e del politically correct. Sono le idiozie del secolo.

di Davide Ventola - 6 Marzo 2019