
Finiscono in Cina gli alberi distrutti dal maltempo in Veneto. E tutti sono contenti
Compra legname italiano la Cina. Si sta, cioè, accaparrando enormi quantità di quegli alberi abbattuti dal maltempo alla fine di ottobre. Non una conseguenza del memorandum firmato da Xi Jinping e Conte ma, comunque una vera furbata che conviene sia a noi sia a loro. Sono in realtà in netto aumento le imprese orientali che, in modo diretto o tramite altre aziende europee, stanno partecipando alle aste delle centinaia di migliaia di metri cubi di legname: gli alberi sradicati dal maltempo in Veneto. Aste alle quali gli enti venditori pare siano sempre riusciti a spuntare un prezzo quasi doppio della base d’asta fissata. L’affare in effetti è per entrambi: per le comunità montane che vendono e si liberano di quell’enormità di legna e per i cinesi che acquistano ad un prezzo che, seppur elevato è sempre ben al di sotto di quello che pagherebbero ai tradizionali fornitori nord europei. Trattasi, in ogni caso, di una chiara dimostrazione della capacità logistiche della Cina: siccome dapprima ritornavano quasi vuoti, adesso -una volta svuotati delle loro merci trasportate da queste parti- i container vengono nuovamente stipati del legname dei boschi veneti. Dopodichè trasportati via gomma ai porti o alla rete ferroviaria da dove faranno ritorno in Cina. È certo che l’offerta è elevatissima: in tutto il Nordest sono milioni e milioni i metri cubi di legname a disposizione. Ed il rischio di un crollo del prezzo era nelle cose. Per questo si vede con favore l’interesse all’acquisto cinese. Loro fanno un affarone vero, sottolineano gli operatori di mercato veneti. Spuntano prezzi che, in altre parti del mondo, non potrebbero ottenere. Ma, chi vende guadagna bene senza decurtare il valore della merce causa le enormi quantità disponibili. Utile per tutti, insomma. E perciò tutti contenti.