Gilet gialli, ora Macron ha davvero paura: caccia il capo della polizia e schiera l’esercito
Ora Macron ha davvero paura. Dopo le devastazioni di sabato scorso a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron caccia il capo della polizia e schiera l’esercito, peraltro già impegnato nel dispositivo anti-terrorismo Sentinelle, accanto alla polizia per il prossimo sabato di proteste, il 19° dall’inizio del movimento dei gilet gialli. Che da parte loro declinano ogni responsabilità per quanto accaduto. Ma il governo attacca: “Non abbiamo più a che fare con dimostranti, ma con rivoltosi”, ha affermato il portavoce del governo Benjamin Griveaux, spiegando che i militari verranno schierati a difesa di “punti stabiliti”, compresi edifici governativi. L’obiettivo sarà quello di “permettere alle forze dell’ordine” di “concentrarsi a mantenere e ristabilire l’ordine”. “Non possiamo permettere che una infima minoranza violenta danneggi il nostro Paese e deteriori l’immagine della Francia all’estero”, ha aggiunto. “I prossimi giorni saranno quindi decisivi – ha concluso – lo Stato userà tutti i mezzi, per garantire la sicurezza nelle strade di Parigi ed in altre città”. Nei giorni scorsi, il governo francese ha adottato misure per vietare le manifestazioni in alcune zone della capitale francese e di altre città che in questi mesi sono state teatro delle proteste dei gilet gialli.
Il governo annuncia arresti di massa e repressione
La polizia francese procederà ad arresti di massa alle proteste dei gilet gialli “in futuro e già a partire dal prossimo sabato”, se violeranno il bando a nuove manifestazioni, ha anticipato il segretario di stato per la sicurezza Laurent Nunez di fronte all’Assemblea nazionale. “Partiremo dal principio che si tratta di raduni di rivoltosi che sono solo interessati a provocare problemi, li disperderemo immediatamente e se necessario li arresteremo in massa”, ha affermato. Intanto si apprende che il capo della polizia di Parigi, Michel Delpuech, verrà sostituito nei prossimi giorni. Lo ha annunciato il premier francese Edouard Philippe. La decisione arriva dopo le violenze di sabato. Oltre alla rimozione del prefetto, che potrebbe essere formalizzata mercoledì quando si riunirà il governo, Philippe ha annunciato un giro di vite nella gestione dell’ordine pubblico. “Da sabato prossimo, ogni volta che sarà necessario, proibiremo manifestazioni” promosse “dai gilet gialli, nelle zone che sono già state gravemente danneggiate, non appena capiremo che sono presenti elementi radicalizzati pronti ad atti di violenza”. Le misure potrebbero quindi riguardare “gli Champs-Élysées di Parigi, Place Pey-Berland a Bordeaux, Place du CapitoleCapitole a Tolosa”, dove “procederemo alla dispersione immediata di tutti gli assembramenti”.
I gilet gialli si difendono: vogliono screditarci
Ma i gilet gialli si difendono e negano tutto: “La polizia picchia i gilet gialli, ma non alza un dito contro i black bloc che devastano gli Champs-Elysées. L’obiettivo del governo è evidente: mettere in cattiva luce noi e screditarci agli occhi dell’opinione pubblica per salvare Macron. Ma il presidente ha le spalle al muro, ha le ore contate. E alle europee ci presenteremo con Di Maio”. A parlare in questi termini, all’indomani del sabato nero di Parigi è Christophe Chalençon, esponente dei gilet gialli noto in Italia per aver incontrato il vicepremier Luigi di Maio. “Non siamo noi a spaccare le vetrine, sono i black bloc che ogni volta arrivano in massa. La polizia li lascia fare per far credere che i responsabili siamo noi”, aggiunge il 53enne originario della cittadina provenzale di Vaucluse , nell’intervista a QN. “Certo che la condanniamo”, risponde quindi Chalençon all’intervistatore che gli chiede se condannino o meno la violenza. E poi, incalzato sulla scelta di continuare a manifestare pur sapendo che ogni volta scoppia il caos, risponde: “Che cosa dovremmo fare? Dondolarci al sole come dei pinguini? Manifestare in disparte, nelle campagne, per non disturbare le vacanze sulle nevi del signor Macron? Il movimento è vivo, mentre il governo invece alla frutta. Il fatto che il presidente fosse in vacanza mentre a Parigi bruciavano il Fouquet’s dice molte cose”. “Sa perché sabato Macron è andato a sciare sui Pirenei?”, prosegue. “Perché aveva paura. Aveva fatto schierare centinaia di gendarmi attorno all’Eliseo per proteggersi, ma ha avuto paura lo stesso ed è partito per luoghi più sicuri. Tutti sapevano che la manifestazione di sabato 16 marzo sarebbe stata piuttosto complicata: era scritto su tutti i social”. Quanto al consenso in calo da parte della popolazione dopo quattro mesi di manifestazioni, Chalençon è certo: “questo lo dite voi. La gente è stanca di una politica che favorisce i ricchi e penalizza tutti gli altri; vuole riguadagnare il potere di acquisto perduto, vuole pensioni migliori e tasse meno inique. Queste sono le nostre rivendicazioni, espressione della volontà popolare”.
Ah! Nella mia ingenuità credevo che le espressioni “arresti di massa” e “repressione” fossero ormai da addebitarsi esclusivamente a regimi scomparsi e deprecati dalle sedicenti democrazie liberali. Invece…
Tanto peggio, tanto meglio.
Laurent Nunez, giù la maschera!
Macron, carissimo, ti dice niente il nome di Luigi VI° e consorte? Occio Macron, occio!