Greta Thunberg è la bambina perfetta del progressismo mondiale. Chi l’ha scoperta e chi la manovra
Oggi si marcia per il clima in 2052 località di 123 Paesi. E’ lo sciopero globale per un mondo più green e ha una sua eroina, Greta Thunberg, 16 anni, paladina del neoambientalismo offerto ai giovani come bandiera ideologica da issare sulle macerie dell’ideologia progressista. Greta è diventata famosa perché ogni venerdì, anziché andare a scuola, manifesta davanti al Parlamento di Stoccolma la sua ansia ecologica con un cartello: Skolstrejk för klimatet, sciopero scolastico per il clima. Prima era da sola, poi ha partecipato alla Cop24, la ventiquattresima conferenza sul clima che si è tenuta a Katovice, in Polonia. Ed è diventata un personaggio,un’icona globale.
Secondo il giornalista svedese Andreas Henriksson, le cui tesi sono state riprese dal sito occhidellaguerra.it, dietro l’operazione di immagine che ha portato Greta sotto i riflettori c’è il Pr professionista Ingmar Rentzhog, fondatore della startup We Do not Have Time che è decollata proprio grazie all’immagine della ragazzina innamorata della natura. Rentzhog, accusato da alcuni giornali svedesi di strumentalizzare la bambina, l’ha incontrata lo scorso agosto davanti al Parlamento e tramite i social ha cominciato a pubblicizzare la sua battaglia solitaria. Rentzhog è anche, infine, presidente di un think tank – Global Utmaning – che promuove lo sviluppo sostenibile. La fondatrice è Kristina Persson, figlia del miliardario ed ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico e della cooperazione tra il 2014 e il 2016.
La genuinità della battaglia di Greta insomma non è in discussione, ma certamente del suo simbolo si è già impadronito un fronte laico-pacifista-buonista che ne sfrutta l’immagine. La proposta di insignirla del Nobel per la Pace lo dimostra ampiamente. Sul Tempo Pietro De Leo ricorda come la ragazzina sia utile anche nella lotta politica contro Trump, da lei definito un “matto” e come possieda tutti gli ingredienti per piacere agli “imbonitori del progressismo mondiale”. È donna, è adolescente, è affetta da sindrome di Asperger. Ma è soprattutto la testimone di una generazione priva di ideali che ripiega sull’amore per la natura e la cura dell’ambiente. Bisognerebbe lasciare crescere questo sentimento bellissimo e spontaneo senza ingabbiarlo in ideologie anacronistiche. Ma ormai è forse già tardi per distinguere tra la buona battaglia di Greta e la malafede della rete che la manovra.
Oggi si vota: sono 3 decenni che mi interesso di materie scientifiche, economiche e ambientali e da 2 decenni anche etiche. Se a livello nazionale non avrei avuto dubbi a confermare il mio voto per la parte meno di destra dell’ attuale governo, grande incertezza invece per il mio imminente voto europeo. Perciò ho indugiato ancora, anche googlando “chi manovra Greta”. Vi ringrazio, con il vostro articolo mi avete convinto. Think-tank non è necessariamente un male, se conduce (per una volta) verso interessi (anche) globali. Sinceramente, alternative più promettenti per la società e il nostro unico pianeta non ne vedo. Concludo: in campagna elettorale molti partiti “parlano” bene. Ma pochihanno già dimostrato coi fatti la bontà di quanto dichiarato. Perciò è meglio votare chi ha dimostrato COI FATTI ciò che realmente è. Esempio: “chi ha fermato il TTIP?” Io voto per quelli. Chi ha impedito leggi contro la salute? Io voto per quelli. Non per chi finge di battersi, ma sulla base dei risultati che ha già ottenuto in passato. Insomma chi è credibile. Votiamo.
questo è il “loro” metodo (dei globalisti/mondialisti)
foraggiare, sponsorizzare le varie (sotto)culture affinché si affermino come dominanti (le sottoculture intendo) e vadano…”di modo”
cavalcando così la (debole) mente di chi non riflette abbastanza ma segue il trend..Si dia invece maggior lustro alla vera Cultura, quella che passa dalle Università e dalla Ricerca
e si divulghi quest’ultima
affinché si possa formare una solida conoscenza Culturale (tradizionale e attualissima al contempo) come luogo di riflessione personale ma anche condivisa (eggregora)