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Papa Francesco lascia la parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, dopo la visita pastorale, Roma, 8 marzo 2015. 
Pope Francis leaves the St.Mary Mother of Redeemer parish church, on the outskirts borough of Tor Bella Monaca, after the pastoral visit, Rome, 08 March 2015. ANSA / FABIO FRUSTACI
Papa Francesco lascia la parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, dopo la visita pastorale, Roma, 8 marzo 2015. Pope Francis leaves the St.Mary Mother of Redeemer parish church, on the outskirts borough of Tor Bella Monaca, after the pastoral visit, Rome, 08 March 2015. ANSA / FABIO FRUSTACI

Il Papa in Marocco: dialogo e cooperazione con i fratelli musulmani

Cronaca - di Redazione - 31 Marzo 2019 alle 12:46

Papa Francesco, incontrando la piccola comunità cristiana nella cattedrale di Rabat, si appella all”ecumenismo della carità’: “Che la vostra carità si faccia sempre attiva e sia così una via di comunione tra i cristiani di tutte le confessioni presenti in Marocco: l’ecumenismo della carità. Che possa essere anche una via di dialogo e di cooperazione con i nostri fratelli e sorelle musulmani e con tutte le persone di buona volontà”.

“Affermare che la Chiesa deve entrare in dialogo non dipende da una moda, tanto meno da una strategia per aumentare il numero dei suoi membri”, ha aggiunto. “Se la Chiesa deve entrare in dialogo -dice il Papa- è per fedeltà al suo Signore e Maestro che, fin dall’inizio, mosso dall’amore, ha voluto entrare in dialogo come amico e invitarci a partecipare della sua amicizia. Così, come discepoli di Gesù Cristo, siamo chiamati, fin dal giorno del nostro Battesimo, a far parte di questo dialogo di salvezza e di amicizia, di cui siamo i primi beneficiari”. Osserva Bergoglio che “il cristiano, in queste terre, impara ad essere sacramento vivo del dialogo che Dio vuole intavolare con ciascun uomo e donna, in qualunque condizione viva. Un dialogo che, pertanto, siamo invitati a realizzare alla maniera di Gesù, mite e umile di cuore, con un amore fervente e disinteressato, senza calcoli e senza limiti, nel rispetto della libertà delle persone. In questo spirito, troviamo dei fratelli maggiori che ci mostrano la via, perché con la loro vita hanno testimoniato che questo è possibile, una ‘misura alta’ che ci sfida e ci stimola”.

Il Papa ha in mente in particolare due figure simbolo: “Come non evocare la figura di San Francesco d’Assisi che, in piena crociata, andò ad incontrare il Sultano al-Malik al-Kamil? E come non menzionare il Beato Charles de Foucault che, profondamente segnato dalla vita umile e nascosta di Gesù a Nazaret, che adorava in silenzio, ha voluto essere un ‘fratello universale’? O ancora quei fratelli e sorelle cristiani che hanno scelto di essere solidali con un popolo fino al dono della propria vita? Così, quando la Chiesa, fedele alla missione ricevuta dal Signore, entra in dialogo con il mondo e si fa colloquio, essa partecipa all’avvento della fraternità, che ha la sua sorgente profonda non in noi, ma nella Paternità di Dio”.

 

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di Redazione - 31 Marzo 2019