La California sospende la pena di morte. L’ira di Trump: «Vittime dimenticate»
Nuovo scontro tra Donald Trump e il governatore della California. Stavolta a mandare su tutte le furie il presidente Usa è stata la scelta del democratico Gavin Newsom di stabilire una moratoria della pena di morte nel suo Stato, impegnandosi a far sì che non vi sia alcuna esecuzione nel corso del suo mandato. «Sfidando gli elettori, il governatore della California bloccherà l’esecuzione di 737 assassini a sangue freddo. Gli amici e i familiari delle VITTIME (in maiuscolo nell’originale, ndr) dimenticate non ne sono entusiasti, come non lo sono io!», ha twittato Trump, riferendosi tra l’altro alla bocciatura in California di due referendum per l’abolizione della pena di morte nel 2012 e 2016.
Chiusa la stanza delle esecuzioni di San Quintino
L’ordine di Newson bloccherà ogni possibile esecuzione dei 737 detenuti rinchiusi nel braccio della morte e porterà alla chiusura immediata della stanza delle esecuzioni nel carcere di San Quintino. Ex sindaco di San Francisco, il 51enne Newsom si è insediato a gennaio come governatore con un’agenda progressista. E sulla pena di morte è pronto a sfidare l’opinione pubblica di questo Stato che negli ultimi sei anni ha bocciato due referendum per abolire la pena di morte. La pena capitale – è la sua convinzione – è discriminatoria, ingiusta e «contraria ai nostri valori fondamentali».
Le ragioni della moratoria sulla pena di morte
Al momento in California si trova il maggior numero di detenuti in attesa nel braccio della morte di tutti gli Stati Uniti. Una serie di ricorsi legali contro il sistema di iniezione letale in uso in questo Stato blocca da anni le esecuzioni, l’ultima delle quali è avvenuta nel 2006. Newsom si è deciso alla moratoria, imitando i governatori di Oregon, Colorado e Pennsylvania, nella convinzione che gli ostacoli legali potrebbero essere rimossi durante il suo mandato, dando via libera alla ripresa delle esecuzioni.