La resistenza è inutile. Ecco perché la Raggi dovrà lasciare il Campidoglio

21 Mar 2019 6:00 - di Francesco Storace

Virginia Raggi dovrà andarsene per forza, è caduta nella buca piu grossa di Roma, quella delle tangenti in Campidoglio. Ed è inutile frignare, fare resistenza, rifiutare un destino ineluttabile. Anzi, la soluzione delle dimissioni dopo lo scandalo De Vito sarebbe la più dignitosa anche per il disastroso sindaco che si ritrova oggi la Capitale d’Italia.
Ovviamente, ne comprendiamo la rabbia personale: il presidente del Consiglio comunale in galera non è esattamente l’ideale. E lei può sempre dire che non sapesse nulla dei traffici di Marcello De Vito. Ma la Raggi avrà comunque di fronte a sé problemi seri.
Ad esempio, la delusione popolare. Quanti romani – come poi nel resto d’Italia – hanno scelto i Cinquestelle contro la vecchia politica? Se l’espressione “quelli di prima” non potrà più essere la consueta recriminazione grillina, si prospettano tempi bui. E se dovessero cominciare ad insultarli per strada? Chi si sente tradito può avere reazioni terribili. Ci pensi, la sindaca. Forse non avevano torto ieri i militanti di Casapound, i primi a manifestare in Campidoglio, nel dire che lo sgombero della Raggi potrebbe avvenire prima di quello loro dallo stabile occupato…
Poi, le preoccupazioni che serpeggiano già nell’Aula di Giulio Cesare. Anche qui, la prima cittadina dovrà fare i conti con la paura. Escono i primi nomi. E si comincerà a pensare a quelli successivi, i consiglieri che si lanceranno occhiatacce fra loro. Arriveranno le sirene? Domani o il giorno dopo? A chi tocca la perquisizione? Chi sarà sbattuto in prima pagina con la sua bella intercettazione?

Avete dipinto la città come Suburra

Ma non finirà qui, perché col clima che si respira in città per l’inchiesta sulla corruzione saranno i dirigenti comunali a procedere con i piedi di piombo. Chissà chi sarà disponibile a firmare qualunque atto amministrativo. Vita dura in Campidoglio, nei dipartimenti, nei Municipi della città.
L’indagine della Procura è una randellata pesantissima sull’amministrazione, che ha contribuito a dipingere Roma come nel film Suburra pur di demonizzare un passato che sembra molto simile al presente.

Il 6 aprile in Campidoglio

Si organizzerà la protesta, si rincorreranno le grida “Raggi vattene“. Ma davvero può pensare di restare al suo posto? Abbiamo appreso che comitati civici stanno organizzando da giorni una manifestazione in Campidoglio per il prossimo 6 aprile. Sono apolitici, ma forse varrà la pena di farci un salto. Il titolo dell’evento, che ha anche una pagina Facebook, è “Roma merita di più“. Secondo la Raggi, dopo i fatti di ieri, quella mobilitazione avrà più forza o no?
Ancora: sindaco/sindaca o come diavolo si vuole far chiamare, siamo certi che non ci sia altro? E se per caso si dovesse aprire il pentolone dei rifiuti di Roma – come abbiamo documentato in sette puntate di nostra inchiesta – vi salvate tutti?
Non c’è una sola ragione al mondo per far finta di nulla. Le grida manzoniane a mezzo social servono a poco. Con le declaratorie di innocenza non governi una città come Roma. Con l’espulsione giustizialista di De Vito non vi rifate la coscienza. In Campidoglio dovete solo porvi il problema di garantire un ordinato passaggio di consegne a chi verrà dopo di voi. Sarete voi “quelli di prima“.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 22 Marzo 2019

    Certo, sarà sempre troppo tardi, ma andrà via, andrà via con una di quelle sonore batoste che questi grillini ricorderanno a vita. Intanto aspettiamo le europee, che rideremo

  • Carlo Cervini 21 Marzo 2019

    Non fatevi delle illusioni……..la legge che dovrebbe essere uguale per tutti, per i social-catto-comunisti si interpreta…………..la sfangheranno come al solito, in particolare i 5 stalle che sono il partito delle procure. Nessuna illusione, ma la consapevolezza che come nelle 7 piaghe d’Egitto questi cialtroni avranno tanti altri mesi per fare danni agli italiani che se li meritano avendogli dato 1/3 dei voti validi.

  • rino 21 Marzo 2019

    C’era da aspettarselo, la Raggi era già invischiata nella vecchia politica ai tempi del Marziano, era una consulente del Campidoglio. Anche la sua politica non è nuova: nessun intervento vero e sempre tasse. I cittadini delle zone fuori delle mura aureliane si devono opporre fermamente alla istituzione della tassa per il parcheggio dei residenti, come al quartiere africano: il danno oltre la beffa delle promesse mancate.