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Maxi-inchiesta sul voto di scambio in Sicilia: 96 indagati, c’è anche l’ex presidente Totò Cuffaro

Maxi-inchiesta sul voto di scambio in Sicilia: 96 indagati, c’è anche l’ex presidente Totò Cuffaro

Cronaca - di Redazione - 15 Marzo 2019 alle 14:57

La Procura di Termini Imerese (Palermo) ha chiuso la maxi inchiesta sul voto di scambio che coinvolge politici ed ex potenti che adesso rischiano il processo. Sono 96 gli indagati e 71 i capi d’imputazione. Coinvolti, tra gli altri, l’assessore regionale siciliano al Territorio, Salvatore Cordaro; l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro ma anche Alessandro Aricò, capogruppo del movimento “Diventerà bellissima”. E ancora: il deputato leghista Alessandro Pagano e l’ex deputato, sempre leghista, Salvino Caputo. Le ipotesi principali sono di voto di scambio, con promesse elettorali di assunzioni, superamento di esami di maturità, ammissione in scuole di specializzazione, appalti assegnati a imprese di comodo presso cui far lavorare elettori. Secondo i magistrati il sistema di scambio di voti sarebbe stato messo su per condizionare due competizioni elettorali, cioè le regionali del 2017 e le comunali di Termini Imerese. L’indagine era stata avviata due anni fa dopo il caso Caputo, quando vennero indagati i fratelli Salvino e Mario Caputo. Quest’ultimo sarebbe stato candidato al posto del fratello, che non poteva candidarsi dopo la condanna per abuso d’ufficio. Cuffaro, invece, è accusato di corruzione elettorale.
L’indagine è stata avviata sulle elezioni regionali del 2017 ma si è poi allargata alle amministrative di Termini Imerese di due anni fa. Attorno alle due elezioni sarebbe stato organizzato un sistema di scambi e di promesse che riguardavano posti di lavoro, esami di maturità, ammissioni ai test per facoltà a numero chiuso.  Attorno alle due elezioni sarebbe stato organizzato un sistema di scambi e di promesse che riguardavano posti di lavoro, esami di maturità, ammissioni ai test per facoltà a numero chiuso. In questo scambio sarebbero coinvolti esponenti di schieramenti diversi tra cui Filippo Maria Tripoli della lista “popolari e autonomisti“, il quale era sostenuto dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, e Giuseppe Ferrarello, ex sindaco di Gangi, candidato nella lista del Pd. Cuffaro era stato scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.

 

 

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di Redazione - 15 Marzo 2019