Spese pazze di Taverna e degli altri grillini: M5s smentisce (ma non troppo)
«Le spese folli dei parlamentari M5S: dai 17.000 euro di telefono di Paola Taverna ai 27.000 di benzina di Barbara Lezzi, riprese dal sito maquantospendi.it (che può pubblicare i nostri rendiconti perché siamo gli unici che questi rendiconti li rendiamo pubblici) sono riportate ad arte per denigrarci. I dati, infatti, che Repubblica pubblica come se si riferissero a un anno, si riferiscono invece a quasi tutta la scorsa Legislatura, da marzo 2013 a dicembre 2017…dunque non 12 mesi ma 58». Con una nota pubblicata sul blog dei pentastellati, arriva la smentita all’articolo di Repubblica che ha registrato spese folli da parte dei parlamentari M5s.
Le telefonate della Taverna costano al contribuente 17mila euro
Il quotidiano diretto da Carlo Verdelli è andato a fare le bucce ai rimborsi elettorali. E le sorprese non mancano. Paola Taverna è la più impegnata al telefono, come in uno spot con Sabrina Ferilli (“Quanto ce piace chiacchierà”) spende quasi 18mila euro di cellulare. In 58 mesi si tratta di una media di 306 euro al mese. Quando si pensa che con una tariffa flat di un qualsiasi gestore telefonico con 30 euro al mese si ha diritto anche a uno smartphone di ultima generazione, risulta difficile immaginare che la spesa venga addirittura decuplicata. Ma guai a pensare male. Nella spesa delle chiamate c’è anche il collegamento internet o dell’acquisto dell’apparecchio telefonico? Assolutamente no. Si tratta di voci extra. Alle spese delle telefonate vanno aggiunti oltre 600 euro di internet per la vicepresidente del Senato. Chi invece spendeva davvero tanto solo per il web è Giulia Sarti, appena espulsa, che con 4200 euro in 58 mesi deve avere navigato in lungo e in largo con tariffe davvero “sconvenienti”. Dietro la Taverna, come spese a 5 stelle c’è Marta Grande. Ha speso 131mila euro di alloggio, eppure abita alle porte di Roma. E ha ottenuto circa 14mila euro di rimborsi per le telefonate. Anche lei dovrebbe cambiare gestore telefonico.
Il senatore Ciampolillo, 5 stelle anche per l’hotel
Come andrebbe consigliato di andare su Booking.com o su un sito analogo al parlamentare Alfonso “Lello” Ciampolillo: ha speso quasi 90mila euro di spese d’albergo. Pari a quasi 1900 euro al mese. Considerando che i parlamentari pernottano in genere a Roma tre giorni alla settimana, quindi meno di 15 giorni al mese, il senatore pugliese ha scelto le 5 stelle anche per il suo albergo. Gli spunti di riflessione sui rimborsi cospicui sarebbero tanti. Repubblica ha preso di mira la Taverna anche per i rimborsi di benzina. La vicepresidente del Senato «in carburante ha speso ben 20.501 euro, quanti ne servono ad acquistare quasi 12.000 litri di benzina. Una quantità con la quale dall’inizio della legislatura ad oggi può aver percorso 176.000 chilometri. E deve averli fatti quasi tutti in ambito cittadino perché in pedaggi autostradali ha speso solo 14,49 euro». 176mila chilometri in auto per una parlamentare romana, eletta in un collegio a Roma, e che passa la maggior parte del suo tempo a Roma? Misteri grillini.