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Stefano Cucchi
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Stefano Cucchi, l’ultima perizia: «Morto per droga e malnutrizione, non per percosse»

Cronaca - di Redazione - 11 Marzo 2019 - AGGIORNATO 11 Marzo 2019 alle 16:11

E’ l’ultima perizia, richiesta dalla prima sezione penale della Corte d’appello di Roma a due medici, la professoressa Anna Aprile, già medico legale nel corso del processo per l’omicidio di Meredith Kercher, e il dottor Alois Saller, e depositata il 7 marzo scorso, a riaccendere i riflettori sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano morto in carcere a Rebibbia dopo essere stato arrestato dai carabinieri, e sul relativo processo in corso e a rinfocolare le polemiche mai sopite sulla vicenda.

Secondo i due medici, infatti, la morte di Cucchi non sarebbe conseguenza delle percosse ricevute, come sostiene da sempre la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, ma sarebbe dovuta, invece, all’assunzione di droga e alla malnutrizione.

«L’epicrisi dei dati disponibili – scrivono i due periti nelle conclusioni della perizia (clicca qui per visualizzarla) – permette di individuare quale causa del decesso del paziente Stefano Cucchi una morte cardiaca su base aritmica. Già in epoca preesistente al ricovero ospedaliero avvenuto presso l’ospedale Sandro Pertini, Stefano Cucchi era in condizione proaritmica per la malnutrizione e per molteplici altri fattori di rischio aritmogeno. Il protrarsi dell’ipoalimentazione/digiuno (Stefano Cucchi avrebbe rifiutato di nutrirsi, ndr) durante il ricovero al Pertini, con conseguenti brachicardia e ipoglicemia gravi, ha determinato il peggioramento delle condizioni generali fino al decesso».
«Dall’esame della cartella clinica – rilevano i due sanitari chiamati dalla Corte d’appello di Roma ad esprimersi sulla vicenda – risulta che il paziente Cucchi ha ripetutamente rifiutato sia gli accertamenti prescritti dai medici curanti, sia di alimentarsi».

Ai due periti, la Corte d’appello di Roma, davanti alla quale è in corso il processo che vede imputati cinque medici dell’ospedale romano Pertini, aveva chiesto di partire dalla perizia del processo di primo grado «valutandone la ricostruzione clinica ed il percorso ricostruttivo-logico-argomentativo».

 

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Ci sono 5 commenti

  1. Nicola M ha detto:

    Suppongo che sappiate leggere e scrivere. Dunque avete scelto volontariamente di star dalla parte dei depistatori. Giocare sulla pelle dei morti è una cosa piuttosto vomitevole, qualunque sia la parte politica cui si appartiene.

  2. Luigia corona ha detto:

    Quei lividi quindi ,presumo che sia il fondo tinta, ma per favore non siate ridicoli
    .

    1. Francesco Storace ha detto:

      Le perizie sono in tribunale

  3. ANNA ROSSI ha detto:

    LA SORELLA LO HA SEMPRE IGNORATA..SOLO ORA SI FA VIVA PER ESIGERE IL CONTRO…CHE SEMBRA NON GLI TOCCHI.

di Redazione - 11 Marzo 2019