Torna la rivista Nova Historica contro il pensiero unico. Sarà diretta da Magliaro
Si direbbe proprio che a destra c’è una crescente voglia di storia. Già, perché sta per partire (meglio: ripartire) una nuova avventura editoriale alla quale sinceramente auguriamo tutto il successo possibile.
Nova Historica, la rivista fondata ben diciassette anni fa dalla volontà congiunta di Roberto De Mattei e di Luciano Lucarini, l’editore del Borghese per intenderci, riprende il largo. Il timone è stato affidato a Massimo Magliaro, il cui curriculum ricco di esperienza politica e giornalistica certamente sarà una buona garanzia di equilibrio e di professionalità.
Magliaro ovviamente non sarà solo. Vicedirettore sarà Roberto Rosseti. E con loro lavorerà una folta pattuglia di intellettuali e ricercatori italiani e stranieri, giovani e meno giovani, tutti motivati dalla identica convinzione di raccontare la nostra storia, quella italiana e quella estera, fuori dagli schemi ormai stantii del pensiero unico. Il che, viste le sfide che il mondo ci presenta dentro e fuori i nostri confini, diventa assolutamente necessario per guardare al futuro.
“Siccome i nostri avversari raccontano la nostra storia alterandola, manipolandola, criminalizzandola, abbiamo deciso di raccontarla noi, in prima persona” ci ha detto Magliaro.
“Una rivista di storia – ha aggiunto Rosseti – che vuole essere divulgativa e non accademica proprio per raggiungere un’area di lettori più vasta di quella, già consistente, che può vantare oggi e che è il risultato di un lavoro quasi ventennale raccolto nei ben 66 fascicoli finora pubblicati”.
L’apertura del primo numero della nuova serie di Nova Historica è dedicata al 1919: Versailles e la nuova, fragilissima, Europa, la Chiesa che comincia a fare politica, Fiume, il Futurismo. E il Fascismo, la cui nascita sarà raccontata da Gennaro Malgieri.
A seguire il Fascismo canadese e quello libanese (con un’intervista esclusiva all’ex-presidente della Repubblica, Amin Gemayel) ma anche i protagonisti della resistenza fascista in Sardegna dal ’43 raccontati da Angelo Abis; la prima puntata della storia del sindacalismo nazionale e rivoluzionario; i rapporti della Cia con l’extraparlamentarismo rosso italiano; il golpe antitaliano nella Jugoslavia filofascista del ’39; la vita all’interno del quotidiano romano Il Tempo raccontata da una delle sue firme più prestigiose, Francobaldo Chiocci; e molte recensioni di opere storiche italiane e straniere.
Il fascicolo, di quasi 200 pagine, comprende un inserto a colori con alcuni dei manifesti più belli del periodo coloniale fascista, il fascicolo, di circa 200 pagine, si conclude con un Focus sul mondialismo al quale hanno dato il loro contributo saggisti di varia estrazione, come Francesco Lamendola, Alain Soral, Roberto Pecchioli, Diego Fusaro, Teodoro Klische de la Grange, Alain de Benoist, due politici come Giuliano Amato e Jean-Marie Le Pen; e con un omaggio a Ezra Pound.