Trump vuole dall’Italia i 500 milioni per gli F35. E Mattarella lo appoggia: dateglieli
Adesso scoppia il caso degli F35: i poteri forti non sanno più come prendersela con il governo giallo-verde. E la cosa che addolora è che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella sua veste di presidente del Consiglio supremo di Difesa, ha sollecitato il governo a onorare i suoi impegni, peraòltro presi dai governi di sinistra e non da Giuseppe Conte. Andiamo con ordine: Roma avrebbe sospeso i pagamenti per 11 caccia consegnati e 9 ordinati, per un totale di circa 500 milioni i euro di arretrati. Come si ricorderà, l’Italia ha ridotto gli acquisti di F35, cosa che ha infastidito gli Stati Uniti, che per giunta stanno subendo anche l’avvicinamento di Roma a Pechino, cosa per la quale hanno già protestato vibrastamente. E oggi arriva la richiesta degli Usa di saldare il nostro debito, richiesta rafforzata come si è detto anche dal presidente mattarella la settimana scorsa. Quella degli F35 è una partita scivolosa, perché all’inizio, ai tempi dei governi di sinistra, evidentemente molto più guerrafondai di quanto vogliano far credere, l’Italia si era impegnata ad acquistare ben 131 F35, ridottisi poi nel 2012 a 90; oggi il ministro ella Difesa Elisabetta trenta sta nuovamente valutando la situazione che potrebbero addirittura far scendere le ordinazioni a una ventina di caccia. Comprensibile l’irritazione di Washington, perché quello che era partito come un progetto comune adesso rischia di pesare soprattutto sul bilancio del Pentagono. Oltre a un problema di credibilità e di affidabilità, c’è anche una questione puramente economica: l’Italia rischia infatti di perdere più soldi di quanti nel risparmierebbe, perché ovviamente circa 80 aziende italiane erano coinvolte nel progetto e che vedrebbero inevitabilmente interrompersi le commesse. E oltre a questo, vi sono altre aziende italiane che cercano di vendere negli Usa, e la questione degli F35 potrebbe danneggiare seriamente i loro interessi. E poi, dicono gli americani neanche tanto velatamente, come convinciamo gli investitotri a comprare il vostro debito se poi non c’è neanche la certezza di essere pagati? La questione della Via della Seta, poi, sta aggravando notevolmente le cose, ma va detto, a difesa dell’Italia, che se l’Unione europea anziché favorire Roma la danneggia e ne danneggia il made in Italy, è fisiologico che il sistema Italia si rivolga dove è ben accetto.