
Venezuela, nuovo black out a Caracas. Continua l’allarme cibo e medicinali
Un nuovo blackout in Venezuela ha messo al buio gran parte di Caracas e oltre dieci Stati venezuelani. Lo riferisce Union Radio di Caracas. Si tratta del quinto guasto registrato da lunedì scorso, quando l’erogazione della corrente elettrica è stata assente per oltre 100 ore su quasi tutto il territorio nazionale. Attraverso i social network la popolazione ha segnalato l’assenza di elettricità, oltre che nella capitale, in Aragua, Lara, Zulia, Carabobo, Anzoátegui, Vargas, Monagas, Portuguesa, Nueva Esparta, Miranda, Sucre, Cojedes, Yaracuy, Barinas e Táchira. Il regime di Nicolas Maduro attribuisce la responsabilità agli Stati Uniti, parlando di un sabotaggio.
Il governo del Venezuela ha anche respinto le “ingerenze” del gruppo di contatto Ue, la “dichiarazione interventista” approvata dal Gruppo internazionale di Contatto (Gic) dell’Unione europea (Ue) a Quito che pretende «disapprovare» il funzionamento delle istituzioni venezuelane. In un comunicato il ministero degli Esteri ha rigettato il fatto che, dopo essersi riunito ieri in Ecuador, «il Gic ha preso la temeraria decisione di immischiarsi negli affari del funzionamento dello Stato venezuelano». Allo stesso tempo, dice il comunicato, «si esige dai membri del Gruppo di Contatto internazionale il rispetto per le istituzioni e l’ordinamento giuridico venezuelano».
Intanto un aereo con a bordo 75 tonnellate di medicinali e materiali medici e chirurgici provenienti dalla Cina è giunto all’aeroporto di Caracas. Lo ha mostrato la tv venezuelana Telesur. Il carico è stato accolto dal vicepresidente venezuelano Tareck el Aissami, che è anche ministro per l’Industria e la Produzione nazionale. «Abbiamo ricevuto – ha dichiarato ai media nello scalo Simon Bolivar – questo primo carico di importante materiale medico, che comprende fra l’altro antibiotici, farmaci per il diabete, materiale medico chirurgico, potettori gastrici, e analgesici». Si tratta, ha aggiunto, di un primo carico perché abbiamo cominciato, nel quadro delle relazioni che il Venezuela mantiene con Paesi sovrani, un ponte aereo affinché tutte le medicine arrivino ai nostri aeroporti e porti».
Un rapporto interno dell’Onu rivela che circa un quarto dei venezuelani ha bisogno di assistenza umanitaria. «La politicizzazione dell’assistenza umanitaria nella crisi rende più difficile l’erogazione dell’assistenza in conformità con i principi di neutralità, imparzialità e indipendenza», si legge nel dossier. Secondo le stime, il 94% dei 28,8 milioni di persone in Venezuela vive in condizioni di povertà, mentre circa 3,4 milioni sono fuggiti, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 1,9 milioni quest’anno. Dalla Florida il presidente americano Donald Trump ha anticipato un suo possibile colloquio sul Venezuela con la sua controparte russa Vladimir Putin. «A un certo punto probabilmente parleremo. Parlerò con diverse persone, forse il presidente Putin, forse il Presidente cinese Xi». Come è noto Whashington e Mosca hanno sulla crisi venezuelana posizioni opposte e Trump ha chiesto alla Russia di ritirare i militari, circa cento, arrivati a Caracas la scorsa settimana, una richiesta respinta immediatamente da Putin, per cui la presenza dei consiglieri militari è legittima e in totale rispetto della costituzione venezuelana.