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Anziano di Manduria massacrato dalla baby gang: ecco il video dell’orrore

Anziano di Manduria massacrato dalla baby gang: ecco il video dell’orrore

Cronaca - di Milena De Sanctis - 27 Aprile 2019 - AGGIORNATO 27 Aprile 2019 alle 14:17

Il filmato è di pochi secondi. Si sentono le urla strazianti dell’anziano di Manduria, Antonio Cosimo Stano, che si alternano alle risate dei ragazzini. Il pestaggio è ripreso e memorizzato sui telefonini. E proprio sui telefonini, come riporta il Messaggero, si è concentrata l’attività investigativa per la morte del 66enne di Manduria, con problemi psichici, rapinato, picchiato e morto dopo una agonia durata 18 giorni all’ospedale Giannuzzi. «Come l’avete combinato il pazzo?», dice uno dei ragazzini della baby gang sotto al video scambiato in chat, che mostra la violenza sull’anziano. Per la sua morte sono indagati 14 ragazzini, solo due sono maggiorenni. Le accuse, oltre che di omicidio preterintenzionale, sono anche di lesioni, rapina impropria, danneggiamento, stalking e atti persecutori aggravati su soggetto con minorata difesa.

I quattordici indagati di Manduria si scambiano tra loro le immagini della follia nelle quali si vede, come scrive Il Corriere della Sera, il branco entrare in casa dell’uomo. Uno di loro brandisce un tubo flessibile come quelli delle docce. Urla, qualcuno batte una frusta a terra. Antonio è in trappola: gli mettono un maglione in testa e lo deridono. Davanti all’obiettivo un ragazzino, con la vittima che non fa in tempo a chiedere il perché di quell’aggressione quando viene colpito con violenza da una spinta che lo fa finire a terra.

Il più piccolo del branco, si legge ancora sul Messaggero, non ha ancora compiuto 16 anni, il più grande ne ha 22. Sono tutti amici, nati e cresciuti a Manduria. Posano sui social con le facce pulite dalle quali mai ci si aspetterebbe il massacro impietoso che hanno messo a segno. Nella foto profilo uno di loro indossa una giacca con la scritta “Crew” (la “cricca”), forse la stessa di cui faceva parte e con la quale è accusato di aver partecipato all’aggressione subita dalla vittima. La posa da duro, ma sotto il commento tutto cuori di una zia alla quale lui ricambia con la stessa dolcezza. Un altro posa con una pistola in pugno, un altro ancora «vive la vita un quarto di miglio alla volta» ma non ha ancora la barba. Piccoli, piccolissimi eppure tutti indagati per reati pesantissimi.

 

https://youtu.be/Jz3F-RcMQJw

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di Milena De Sanctis - 27 Aprile 2019