Izzo insiste: vuole dire al giudice la sua verità sul delitto di Rossella Corazzin. E slitta l’archiviazione
Slitta la decisione sull’archiviazione o meno dell’inchiesta sul caso di Rossella Corazzin, la ragazza di 17 anni di San Vito al Tagliamento scomparsa nel nulla il 21 agosto del 1975 a Tai di Cadore (Belluno) dove era in vacanza insieme ai genitori. L’udienza davanti al giudice delle indagini preliminari di Perugia è stata rinviata al 5 luglio: tutto nasce dalle rivelazioni di Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, che tirò in ballo una decina di persone, tra le quali gli stessi responsabili, la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, dell’omicidio di Rosaria Lopez e delle sevizie all’amica Donatella Colasanti che riuscì a salvarsi solo facendosi credere morta. Il gip avrebbe dovuto decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, che ritiene Izzo inattendibile, mentre l’avvocato Antonio Maria La Scala, legale della zia della ragazza, Giuseppina Trevisan, si è opposto all’archiviazione chiedendo al gip di formulare un’imputazione coatta oppure di proseguire le indagini. “Per un difetto di notifica legato alla morte di uno dei co-indagati l’udienza è stata rinviata al 5 luglio”, riferisce lo stesso La Scala. L’udienza di oggi tuttavia, secondo La Scala, ha avuto la sua importanza perché “i difensori di Izzo hanno detto al gip che il loro assistito vuole essere ascoltato per ribadire la sua verità e vuole che il processo si faccia”.