Salò, alla sinistra e all’Anpi va male: resta la cittadinanza onoraria a Mussolini
Una moda che ha risvolti paradossali e spesso sfiora il ridicolo. In ogni angolo del Paese c’è la sinistra che, a corto di idee e senza più consensi, va a caccia delle cittadinanze onorarie conferite a Benito Mussolini. L’importante è fare ammuina, percorrere sempre le stesse strade, vestirsi da antifà alla stessa stregua dei centri sociali. Non poteva mancare all’elenco Salò. Un consigliere di opposizione aveva sbattuto i pugni sul tavolo: togliere al Duce la cittadinanza onoraria del Comune 95 anni dopo la sua concessione. Gli è andata male perché il consiglio comunale ha respinto la mozione che a fine marzo era finita sulle prime pagine di tutti i giornali. «La questione dovrà affrontarla la prossima amministrazione che uscirà dal voto di maggio», ha dichiarato il sindaco Gianpiero Cipani (centrodestra). I residenti già avevano espresso la loro opinione: «La Rsi fa parte della storia». Come da copione, l’iniziativa aveva avuto il sostegno scontato dell’Anpi, che aveva considerato la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini un «gesto simbolico che non costa nulla attuare. Un gesto necessario, proprio in questo periodo». Sì, perché proprio in questo periodo c’è l’allarme fascismo, con tutti quegli italiani intolleranti che protestano contro i rom e che chiedono di non aprire i porti all’immigrazione incontrollata. In sostanza, chiedono più sicurezza e per questo motivo vengono bollati come razzisti. Ma l’allarme fa comodo e spunta a ogni occasione buona, specie in campagna elettorale.