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«Reparto spacchettato per fare posto a un altro primario»: medici in rivolta al Grassi di Ostia

«Reparto spacchettato per fare posto a un altro primario»: medici in rivolta al Grassi di Ostia

Politica - di Sveva Ferri - 19 Aprile 2019 - AGGIORNATO 19 Aprile 2019 alle 18:37

C’era un’Unità operativa complessa, ora ci sono due Unità semplici. C’era un primario, ora ce ne sono due. Succede all’Ospedale Grassi di Ostia, dove l’unità operativa complessa di “Anestesia e rianimazione”, considerata un’eccellenza, è stata spacchetta in “Anestesia”, assegnata solo alla sala operatoria, e “Rianimazione”, dedicata solo alle emergenze. Uno spezzatino che ha depotenziato l’una e l’altra branca, scontentato i medici che vi lavoravano, fatto lievitare i costi. E che, soprattutto, appare difficilmente spiegabile visto che le due unità viaggiano sempre accorpate, alimentando il sospetto – denunciano i sindacati – che tutto sia stato fatto solo per tirare fuori dal cilindro proprio quella seconda poltrona da primario.

I primari diventano due

A raccontare la vicenda è Il Messaggero, che riferisce come «tutto ha inizio nel 2014, con il pensionamento dell’allora primario». Il nuovo primario deve essere scelto con un concorso e nel frattempo si nomina un “facente funzioni”, il quale a sua volta partecipa al concorso arrivando secondo. Primo arriva un medico di fama ed esperienza, il professor Giorgio Della Rocca, che – per capirsi – fu nell’equipe che realizzò il primo trapianto di polmone in Italia. Un luminare. Che però, a concorso vinto, si ritrova a capo di una unità mozza: «Nel giro di pochi mesi – riferisce ancora Il Messaggero – la Asl (Rm 3, ndr) sdoppia l’Unità operativa complessa in due unità semplici, svuotando di fatto il reparto di funzioni e compiti». Ma a quel punto serve un altro primario e il medico che al concorso era arrivato secondo diventa a sua volta prima. Non senza che vi siano malumori tra i colleghi, preoccupati per i costi aumentati, l’efficienza menomata, l’eccellenza persa. E così dei 30 dottori specializzati che lavoravano in “Anestesia e Rianimazione” una quindicina ha chiesto il trasferimento. Anche perché, nel frattempo – è il seguito della denuncia – sono iniziati a fioccare i provvedimenti disciplinari: «Ben sei in lavorazione, nei confronti dei dissidenti», scrive Il Messaggero.

L’interrogazione di Fratelli d’Italia

Sul caso esiste anche un’interrogazione dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo e Fabrizio Ghera, che hanno deciso di portare alla Pisana una faccenda che appare poco chiara anche dal punto di vista dei passaggi formali con cui si è dipanata, «tra queste – si legge sul quotidiano romano – l’omissione di sottoporre la decisione del declassamento all’approvazione regionale con il decreto del commissario ad acta». «Il presidente Zingaretti svolga gli opportuni accertamenti», è la richiesta di Colosimo e Ghera, che finisce per girare il coltello nella piaga più dolente per il governatore e segretario Pd: quelle scelte disastrose che hanno condannato il Lazio ad avere la sanità peggiore d’Italia.

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di Sveva Ferri - 19 Aprile 2019