Trattativa Stato-mafia, si torna in Aula: al via oggi a Palermo il processo d’appello
Al via questa mattina, davanti alla Corte d’assise d’appello di Palermo, il processo di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Un dibattimento che arriva a un anno dalla sentenza di primo grado che condannò tutti gli imputati, fatta eccezione per Nicola Mancino, che era accusato di falsa testimonianza. I giudici avevano condannato a dodici anni di carcere gli ex vertici del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, accusato di minaccia al corpo politico dello Stato. Stessa pena per l’ex senatore Marcello Dell’Utri e Antonino Cinà, medico fedelissimo di Totò Riina. Otto gli anni di detenzione inflitti all’ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno, ventotto quelli per il boss Leoluca Bagarella. Prescritte, come richiesto dai pubblici ministeri, le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca. E oggi si torna in aula.
Palermo, trattativa Stato-mafia, oggi si torna in Aula
Un aula in cui sono chiamati alla sbarra uomini dello Stato condannati il 20 aprile scorso, con diversi nuovi elementi di rilievo: primo fra tutti la richiesta avanzata dalla difesa dell’ex senatore Marcello Dell’Utri che chiede la riapertura del processo d’appello con la citazione a deporre di un testimone d’eccezione: l’ex premier Silvio Berlusconi. Questo quanto riportato nell’atto di impugnazione e riferito, in queste ore, tra gli altri da La Repubblica sul suo sito online, e «depositato dal legale alla Corte d’assise d’appello che celebrerà il processo di secondo grado. Dell’Utri è difeso dall’avvocato Francesco Centonze. Il leader di Forza Italia non è mai stato sentito in aula e nemmeno durante la fase d’indagine. Una circostanza che, secondo il legale di Dell’Utri, andrebbe, scrive sempre Repubblica, «sanata». La parola ora passa ai giudici, al presidente Alfredo Montalto e a latere Stefania Brambille.