Al Bano al “Secolo”: «Non devo nulla alla politica. Mi sono affermato solo per i miei meriti»
Nato il 20 maggio 1943 a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi in Puglia, il talentuoso cantante Albano Carrisi scopre la grande vocazione per la musica fin da bambino. Eredita dalla madre Iolanda una voce straordinaria, sia in timbro che intensità. Giovanissimo suona già la chitarra e passa gran parte del suo tempo nella campagna del padre, suonando all’ombra degli alberi. Adolescente, all’età di soli 16 anni, parte per Milano, seguendo le orme di Domenico Modugno, allora un autentico modello per chi sognava una carriera nel mondo della musica. A Milano, per mantenersi, svolge i lavori più svariati. Albano comincia così a scontrarsi con le prime difficoltà della vita, periodo che in età matura ricorderà come “l’Università della vita“. Rispondendo a un annuncio del “Clan Celentano“, casa discografica fondata da Claudia Mori e Adriano Celentano, che ricercava nuove voci, Albano Carrisi viene subito ingaggiato: compie così i primi passi nel mondo della musica leggera italiana. Come consuetudine tra gli artisti anche Albano sceglie il suo nome d’arte: diventa semplicemente Al Bano. Dotato di una voce inconfondibile, di vasta estensione e di un’intonazione perfetta, Al Bano diventa presto un beniamino del pubblico. E’ lui stesso a scrivere quasi tutte le sue canzoni.
Perché a 12 anni da pugliese scrive “Addio Sicilia”?
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Mio padre aveva una sorella, sposata con un Siciliano. Prima della seconda guerra mondiale decisero di emigrare dalla Sicilia in Argentina. Quel taglio del cordone ombelicale con le proprie radici e con la propria patria, è stato il mio primo viaggio con la fantasia !!! immaginavo la nave che li trasportava in Argentina e la scia che li legava alla Sicilia, che col passare delle ore diventava un punto sempre più piccolo all’orizzonte e il fumo dell’Etna veniva inghiottito dal mar mediterraneo. Addio Sicilia… il titolo della mia prima canzone. Pochi anni dopo ho vissuto anch’io questo sentimento della partenza, nel 1961, da Cellino San Marco a Milano
Quale è stata la sua gioia più grande?
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Sicuramente la mia famiglia, con gli alti e bassi che ognuno di noi vive quotidianamente. Da Artista, invece, il calore e l’affetto del pubblico italiano e straniero, da 55 anni!
È vero che proviene da una famiglia missina?
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Provengo da una famiglia apolitica e apartitica.
Com’è ha fatto ad affermarsi in un ambiente di sinistra com’è quello dello spettacolo?
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Mi sono affermato per motivi strettamente professionali ed artistici, non certamente legati a partiti politici.
“Platone” ha superato “Don Carmelo”?
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Don Carmelo è stato il primo vino che ho deciso di produrre ed imbottigliare. Nacque da una promessa fatta a mio padre, quando decisi di abbandonare la terra per dedicarmi alla musica. Platone, invece, è il top di gamma della mia produzione vinicola. Nasce come frutto di molti anni di esperienza nel campo della vinificazione e dall’impegno costante nel raggiungere un prodotto che possa lasciare un ricordo indelebile in chi lo assaggia. Così come Platone, il primo filosofo a scrivere di vino, ha fatto con le sue letture.
Qual è il suo dolore più grande?
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È un argomento che preferisco non affrontare, anche se ci convivo quotidianamente.
Crede in una vita oltre la morte?
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Da cattolico credente credo che le nostre anime saranno accolte da Nostro Signore in un’altra dimensione non terrena.
Lei è nato nella terra del sole, quel “Nel sole” che, nel 1967, le ha dato il suo primo successo. Ce ne vuole parlare?
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Il sole è sempre stato un elemento significativo nella mia vita. Era l’orologio che scandiva il tempo durante le giornate all’Istituto magistrale “Pietro Siciliani” di Lecce e nei vigneti da arare, zappare o vendemmiare da ragazzino. “Nel Sole” ha rappresentato la mia affermazione nel panorama musicale italiano e internazionale. Nel 1967 portai due brani a Piano Massara e Detto Mariano e il Maestro Massara intuì che quei due brani, in realtà, formavano un solo brano. Pino Massara affidò al grande Vito Pallavicini la stesura del testo. E così, dopo 52 anni, è ancora un grande successo in tutto il mondo.
DicevaJosemaria Escrivà che chi non ha un progetto non avrà un futuro, Ci può parlare del suo progetto futuro?
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Se il giovane Albano Carrisi da Cellino San Marco, non avesse avuto un progetto, non sarebbe diventato mai Al Bano. Oggi Lavoro quotidianamente per regalare al pubblico emozioni in musica, e non solo. Ho un’azienda vinicola che produce un milione e mezzo di bottiglie l’anno e stiamo lavorando per arrivare a cinque milioni nel giro di poco tempo.
Al Bano crede in Dio?
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Si. Da sempre e per sempre!