Amministrative, dopo 70 anni Ferrara non è più rossa. M5s perde pure Livorno
Molte conferme e pochi ribaltoni nella tornata delle amministrative che si è svolta in contemporanea con le Europee. Il centrosinistra tiene non riesce a tenere tutte le sue roccaforti, mentre il centrodestra non solo conserva i suoi sindaci ma potrebbe strappare al Pd il capoluogo di Regione Campobasso e una manciata di altre città tra le quali la “roccaforte” rossa di Ferrara. Un’altra batosta per la sinistra, dopo la delusione per la sconfitta in Piemonte.
Tracollo devastante per il M5s anche alle amministrative. I pentastellati perdono anche Livorno, unico capoluogo di provincia andato al voto, dove avevano il sindaco. È la prima fotografia che emerge dalle proiezioni del Consorzio Opinio Rai su dieci città e dai primi dati dello scrutinio reale.
Il centrosinistra riesce a confermarsi in grandi città dove governava, come Firenze, Bari e Bergamo, con i sindaci dem uscenti, Dario Nardella, Antonio Decaro e Giorgio Gori che potrebbero essere incoronati” al primo turno. Mantiene anche altri capoluoghi di provincia come Modena, Pesaro, Prato, Reggio Emilia mentre è avanti a Lecce, cittadina che esce dal commissariamento, e a Livorno.
Rischia tuttavia di perdere un capoluogo di Regione, Campobasso, dove è avanti il centrodestra, Forlì, Pescara e soprattutto alcune città simbolo, come Ferrara dove si profila la vittoria del candidato leghista Alan Fabbri con un ribaltone dopo 70 anni di governo rosso. I dati del Viminale – relativi a 87 sezioni su 160 – vedono in testa Fabbri (Lega, Fi, Fdi) con il 48,8% seguito da Aldo Modonesi (Pd) con il 32,1%.
Il centrodestra sembra inoltre andare verso la riconferma a Perugia e Potenza e i primi dati reali lo danno avanti a Rovigo, che esce dal commissariamento. Ko per il Movimento 5 Stelle bocciato nell’unico capoluogo pentastellato andato al voto: nella città di Livorno, guidata dall’uscente Filippo Nogarin, è avanti il centrosinistra.