Ancora arresti e indagini per corruzione. Non capiscono che non si deve rubare

8 Mag 2019 6:00 - di Francesco Storace

Anche se stamane dovesse smettere di fare il sottosegretario, Armando Siri dovrà accendere un cero a San Matteo. Con tutte le sirene che circolano in giro per l’Italia, dovrà ringraziare Nostro Signore di essere a piede libero. Perché le retate di ieri fanno davvero impressione, arresti, avvisi di garanzia, perquisizioni a non finire. Italia sotto inchiesta non è più solo la fortunata trasmissione radiofonica di Emanuela Falcetti, ma la fotografia di un paese che torna a sprofondare nella corruzione.
Ancora meglio: restiamo sempre garantisti. Ma anche stupiti per l’apparente e sciagurata predisposizione alla ricerca di quattrini ovunque. Se le accuse dei magistrati hanno un fondamento, c’è da rimanere a bocca aperta. Pare che ci sia pure una tangente su un risarcimento derivante da una sentenza. Siamo in presenza di un sistema sempre più malato?

Quelli di dopo peggio di quelli di prima

No, non siamo anime belle che si stupiscono se c’è corruzione. Ma è incredibile che possa esserci ancora chi ci prova. La mazzetta continua. Bisogna fare qualche lezione per capire che i tempi sono davvero cambiati? La nostra non è una predica, e nemmeno ci passa per la testa sostenere che sia reato chiedere soldi. E’ normale – ora che il finanziamento pubblico non c’è più – sollecitare donazioni di denaro per una campagna elettorale. Ma il reato è beccare quattrini in cambio di qualcosa.
Ancora meglio: non può essere in discussione un bonifico per contribuire ad buon risultato elettorale. Al massimo si può discutere sulla regolarità o meno di una procedura, ma è l’atteggiamento persistente e arrogante di troppi che non si comprende più. A volte quelli di dopo sono peggio di quelli di prima. Detentori di un potere inesistente.
E quel che è grave è la dimensione del fenomeno. Per stare agli episodi maggiori, la giornata di ieri è stata particolarmente devastante. Sembrava tutte le tangenti minuto per minuto. Cominciata con gli arresti di Palermo. Poi con la maxioperazione al nord, tra Lombardia e Piemonte. Per finire con l’inchiesta sulla regione Calabria. Più manette per tutti, verrebbe da dire, dopo l’Umbria e la sempreverde Roma quanto a batoste giudiziarie. Il cancro è diffuso ovunque.

Questione morale sottovalutata

Probabilmente tocca proprio ai partiti smettere di sottovalutare la questione morale, che sta diventando sempre più esplosiva, giorno dopo giorno. Va detto che per la prima volta, a parte i soliti schiamazzi grillini, c’è stata molta prudenza nelle dichiarazioni degli esponenti politici. Non per garantismo, crediamo, ma per la paura di scoprire chissà che altro possa esserci nelle carte in mano ai magistrati. Sarebbe penoso se fosse davvero così.
Quanto ai Cinquestelle, suggeriremmo loro di non esaltarsi troppo. Rischiano di illudersi per poi pagarla amaramente. Quanto suona sinistra quella nota d’agenzia in cui il loro ex presidente al Comune di Roma, Marcello De Vito, annuncia da Regina Coeli di voler rendere domani dichiarazioni spontanee ai magistrati. Pioveranno altre bombe sul dibattito politico? Difficile prevederlo. Certo è che se i partiti non aggiornano i loro comportamenti, la fine per tutti diventa prossima. Mentre l’Italia ha invece bisogno di poter tornare a fidarsi di chi sta nelle istituzioni a rappresentarla.

Commenti

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  • Filippo ARPAIA 8 Maggio 2019

    Ho realizzato in passato grandi commesse in joint con i francesi. Al tempo di mani pulite i miei coleghi d’oltralpe mi fecero notare che i giudici italiani facendo casino e sceneggiate f bloccheranno la vostra economia, creando disoccupazione e la fuga all’estero di capitali ed imprese. Basta guardare cosa accade in altri Paesi europei e del mondo, si accettano mazzette ma con sobrietà. Come si suol dire che sono pochi gli onesti, il male è all’origine e sta nella scelta dei preposti, basterebbe non affidare a persone fraudolente incarichi delcati ed essere più equilibrati, altrimenti si finirà per buttare in fogna il bambino con l’acqua sporca, con grande giubilo degli altri disonesti europei e mondiali.

  • Carlo Cervini 8 Maggio 2019

    Bisogna farsene purtroppo una ragione………….abbiamo una classe dirigente/politica maneggiona a tutti i livelli e l’occasione fa l’uomo ladro. Ci sono la bellezza di 39.000 stazioni d’appalto nella P.A. che possono spendere e sperperare a volontà, creando bisogni, regalie e progetti assolutamente inutili e spesso controproducenti……….il resto lo fa la Burocrazia con una moltitudine di adempimenti ed autorizzazioni. I controlli sono effettuati da Matusalemme !