“Bella Ciao” alle elementari per la recita di fine anno. Scoppia il caso e il preside: l’inno non si tocca
Oltre 160 bambini schierati a cantare “We need to open our eyes and do it now, now, now” (“Aprire gli occhi e farlo adesso”) sulle note di “Bella Ciao” nella scuola elementare Salvo d’Acquisto di San Donato (nell’hinterland milanese) per la recita di fine anno del prossimo 7 giugno. Impegno green e retorica resistenziale. L’istituto ha scelto l’inno ambientalista «Sing for the climate», la cover che quest’anno è stata l’inno della manifestazione di Greta Thunberg. e il refrain della canzone partigiana per chiudere in bellezza il faticoso anno scolastico. La scelta “pedagogica”, però, ha provocato polemiche e proteste di alcuni genitori della Salvo d’Acquisto che chiedono di eliminare dalla scaletta l’inno partigiano. Ma il preside, indossato l’elmetto, fa sapere che non indietreggerà di un millimetro. E addirittura invita le famiglie contrarie a cambiare scuola.
Bella Ciao per la recita di fine anno alle elementari
I genitori in rivolta non contestano certo l’appello di Greta a l’ideologizzazione della Festa della scuola con la colonna sonora di una canzone politica che inneggia alla Resistenza. A riportare le polemiche è stato Corriere della Sera raccontando di alcuni messaggi WhatsApp di genitori (anche un rappresentante di classe che dice di parlare a titolo personale) arrivati alle maestre della Salvo d’Acquisto con la richiesta che “Bella Ciao” venga sostituita. Meglio We Are The World propone la mamma di un bambino di prima elementare. «È fuori luogo — spiega — in questo clima sociale far cantare in inglese a dei ragazzi inconsapevoli una canzone sulle note di Bella Ciao e la esorto a cambiare canzone». Molti i messaggi e le richieste scritte arrivate alle docenti di alcuni dei 160 ragazzi che il 7 giugno dovranno sostenere la prova di canto. Alcune maestre preoccupate e indecise sul da farsi si sono rivolti al dirigente della scuola, Carlo Massaro, che non ha dubbi. «Non cambieremo una virgola del programma — ribatte il preside — ci manca pure che i genitori ci dettino le scelte nei programmi didattici. Questa è un’iniziativa lodevole, ripresa dalle scuole di mezza Europa». Insomma, non ci sarà alcun cambio di programma. Perfino alcuni docenti hanno iniziato a chiedersi se fosse giusto andare avanti ma il dirigente procede a testa bassa: «Qui non si fa politica, ma la scuola educa le future generazioni e le abitua ad avere una sensibilità per quel che accade intorno a loro. Questa scuola propone tante altre iniziative — taglia corto Massaro — come la raccolta di cibo per i poveri. Chi non approva i nostri metodi pedagogici porti i suoi figli altrove». La polemica è divampata anche sui social con un profluvio di commenti tra il serio e il faceto: a chi chiede che per par condicio «si faccia cantare anche Faccetta Nera» si risponde obiettando che Bella Ciao non è un «manifesto politico ma un inno della Resistenza».
E perché non GIOVINEZZA?