Belpietro nominato direttore dell’Unità fa impazzire la sinistra. «Un gesto gravissimo dell’editore»

25 Mag 2019 9:42 - di Marta Lima

Maurizio Belpietro, per un giorno nominato direttore de L’Unità dall’editore, per consentire con l’uscita di oggi al giornale (non più in edicola da due anni) di non perdere il diritto a conservare la testata, manda in crisi la sinistra e i redattori dello storico giornale fondato da Antonio Gramsci, che denunciano: «Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali. L’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio. Il giornale sarà domani in edicola con la firma di Maurizio Belpietro ma non con quella di Umberto de Giovannangeli che, componente del comitato di redazione chiamato a lavorare a questo numero speciale, avendo saputo del cambio di direzione soltanto pochi minuti prima che il giornale andasse in stampa ha deciso di ritirarla in segno di protesta».

La notizia della nomina di Maurizio Belpietro alla direzione de l’Unità è soltanto l’ultimo tassello di una storia iniziata nel 2015 quando la Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina ha riportato in edicola il giornale, e culminata nel giugno 2017 con la chiusura. «Sì è vero, firmerò il numero speciale di domani, me lo ha chiesto l’editore, ieri sera mi ha mandato un messaggio: dobbiamo uscire in edicola ci firmi il giornale? Gli ho detto, ma tu sei matto?”, -racconta il direttore de La Verità e Panorama. Non condivido niente di quello che c’è scritto, però gli ho permesso di andare in edicola», sottolinea Belpietro che però, di fronte alla reazione del Cdr dell’Unità, puntualizza: «Non lo dirigerò, ho solo prestato la firma per fare uscire un numero, dopodiché loro faranno il resto… I comunisti si diano da fare, non sono neanche capaci di salvare il giornale, altro che polemiche con me…».

“Sulla scelta dell’editore” del giornale, dice il responsabile Comunicazione del Pd Marco Miccoli, “di far firmare il numero in uscita domani da Maurizio Belpietro si precisa che il Partito democratico non ne era assolutamente a conoscenza. L’abbiamo appreso dal comunicato del Cdr solo qualche ora fa”. “Non sfugge a nessuno che, vista la storia del giornale e gli orientamenti politici di Belpietro, la scelta dell’editore Pessina è stata una furbizia di cattivo gusto”, sottolinea Miccoli.

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