Come si cambia… Fiorella Mannoia, la “voltacanzone” torna a sinistra
Cantante e trasformista. Rivoluzionaria e voce di casta. Tutto e il suo contrario. Signori, Fiorella Mannoia che spezza in due il voto che diede ai cinquestelle e lo divide tra Zingaretti e Fratoianni.
Nella nuova stagione della politica c’è spazio anche per i voltacanzone. La Mannoia, appunto, che aveva abbracciato la causa grillina e ieri se ne è uscita con una pallidissima uscita un po’ per uno. Al Pd regalerà l’uso della canzone andata fuori concorso a Sanremo “Il peso del coraggio”. E per Zingaretti è una specie di medaglia al valore al miglior perdente. Ma il voto personale lo riserverà alla compagnia del buon rottame di Fratoianni e “La sinistra”.
“Come si cambia” è stato un bellissimo motivo che oggi Fiorella rilancia con le sue contorsioni politiche, quando farebbe bene a limitarsi al suo mestiere se proprio deve fare qualcosa. Non che ci pianga il cuore nel vederla mollare Di Maio e compagni – in fondo è un cambiamento a sinistra… – ma rattrista veder parlare di lei come esempio di confusione al massimo livello.
Scesa dal palcoscenico si è messa a firmare per Fratoianni et similia, assieme a gente del calibro di Fausto Bertinotti, Rossana Rossanda, Luciana Castellina, Antonio Pizzinato, Giovanni Impastato, Nichi Vendola, Haidi Gaggio Giuliani, Maurizio Acerbo, Fabio Mussi e Basilio Rizzo. Complimenti.
Si torna indietro, alla politica a pugno chiuso, alla piazza come agorà per i migranti, alla politica che contrasta ogni segno di identità nazionale. È il nuovo più vecchio che c’è. È la decadenza dell’artista che ha bisogno di firmare autografi altrove e chissà perché. Ma non farebbe prima a evitare figuracce del genere una come la Mannoia? Ha proprio bisogno di prendere posizione?
Si guardi indietro e non troverà certo un popolo osannante alle sue giravolte politiche. Solo sbadigli. E un po’ ci dispiace.