Di Maio resta senza il doppio mandato e spera nella paghetta di Casaleggio
Ma sì, la paghetta se la merita. Luigi di Maio proprio non ce la fa a rinunciare ai privilegi che imputa agli altri e implora Casaleggio. Nella sua lotta per la deroga al limite dei due mandati, una specie di guerra per la sopravvivenza, chiede tregua.
Come si sa, finora i pentastellati ci hanno assordati con la litania di due elezioni e poi tutti a casa. E il cosiddetto capo politico, quello vero, è l’erede della casata e vuole che ci si tolga dalla testa ogni velleità di prosecuzione di mandato.
“Puoi militare tra i Cinquestelle anche senza essere eletto”, gli ha detto Gianroberto. E lui, distrutto, a chiedersi come farà a dirlo ad amici e parentado. Casaleggio junior però gli ha messo una mano sulla testolina per tranquillizzarlo. “Dai, una soluzione la troveremo, mica ti lasciamo senza quattrini”.
E così, stando al retroscena di Repubblica di stamane, se non ci sarà deroga Di Maio si beccherà comunque uno stipendio degno del suo ruolo nel Movimento. Lui, comunque, continuerà ad insistere perché è terrorizzato che dopo il voto molti parlamentari possano essere attratti da nuove sirene per non sciogliere le Camere. Molti dei deputati e senatori Cinquestelle temono per posto e stipendio e ai vertici grillini già si fanno nomi e cognomi dei disperati a caccia di casacca.
Dopo il voto, ci sarà un’emorragia vera se Casaleggio rimarrà irrigidito sulle sue posizioni. E Giggino si beccherà altri insulti di chi gli rinfaccerà di aver pensato solo al proprio stipendio. I “nuovi” pari pari a “quelli di prima” che tanto dicono di vituperare. Ma quando sono anche a loro prendere il virus del palazzo non c’è più niente da fare: è la frana.