È ufficiale, il taser è la nuova arma della polizia. Già 60 i casi in cui è stato usato
Il taser, la pistola elettrica usata come deterrente dalle polizie a livello internazionale, sarà tra le dotazioni standard delle forze di polizia. La questione è stata esaminata al Viminale durante il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, a cui hanno partecipato i vertici nazionali delle forze di polizia e dell’intelligence. È quanto si apprende da fonti del Viminale. Dal 5 settembre, data di inizio della sperimentazione, la pistola elettrica, data in dotazione alle polizie di 12 città (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi, Genova), è stata utilizzata 60 volte: 46 dal personale della Polizia di Stato; undici dal personale dell’Arma dei Carabinieri; tre dal personale della Guardia di Finanza. In 47 casi gli interventi si sono risolti con la semplice estrazione dell’arma o con l’attivazione del warning arc, mentre nei restanti 13 la persona è stato colpito con i dardi.
Come funziona il taser
Il dispositivo usa l’elettricità per immobilizzare il soggetto colpito, facendone contrarre i muscoli e provocando quindi dolorosi spasmi. Una volta azionato, il taser “lancia” due piccoli aghi legati da fili elettrici al dispositivo che, a contatto con il soggetto, trasferiscono una scarica ad alta tensione in brevi impulsi. Il taser è dotato di una memory card che registra la data, l’ora e il numero dei colpi sparati. Gli aghi sparati (quello superiore colpisce il luogo puntato dalla pistola, quello inferiore un po’ più in basso) non devono penetrare negli abiti per agire. Il raggio d’azione è di poco meno di 7 metri.