Esce il romanzo “Al Tayar. La corrente”: nuovo noir di Mario Vattani (video)
Alessandro Merisi ha 25 anni, una valigia e un’ipoteca sulla vita. Un debito che lo perseguita e che lo trascinerà in una corrente implacabile. Ed è proprio Al Tayar. La corrente (Mondadori) il titolo dell’ultimo romanzo di Mario Vattani, diplomatico, musicista, scrittore di successo alla terza prova, dopo il noir Doromizu. Acqua torbida, il cui protagonista era sempre Merisi, e il racconto on the road La via del Sol Levante. Un viaggio giapponese.
Il Cairo e il suo fascino inquieto
Come nei primi due libri, anche in questo caso Vattani sceglie di ambientare il racconto in un luogo che conosce profondamente. Allora era il Giappone, ora è Il Cairo, dove l’autore ha servito come console per quattro anni. “Con l’incanto della scrittura – racconta – sono voluto tornare in Egitto. Avevo meno di trent’anni, è stato il primo Paese in cui mi sono trovato a dirigere un ufficio italiano all’estero per conto mio, me ne sono subito innamorato. I suoi colori e i suoi sapori, gli uomini e le donne egiziani mi hanno trasformato, la loro intensità ha profondamente influenzato il mio modo di vedere e sentire il mondo”. Ed è così che Vattani, attraverso lo sguardo di Alex, in Al Tayar. La corrente finisce per restituire al lettore tutto il fascino inquieto del Cairo, dei suoi abitanti, della loro cultura. La forza e lo stordimento di una corrente che è dato esistenziale e che s’incarna nella potenza del Nilo, nelle strade fitte di folla, nel traffico caotico, nella voce sospesa dei minareti.
“Quando scrivo non racconto balle”
In questa città brulicante, decadente, resa più nervosa dall’imminente fine del regime, Merisi si trova a seguire la corrente, affrontando infine un viaggio iniziatico fatto di amore e morte. “Alex ha la scaltrezza necessaria per superare i controlli all’aeroporto, ma niente può prepararlo a ciò che lo aspetta quando l’auto venuta a prelevarlo arriva a destinazione: una clinica privata dove la disperazione di chi non ha più nulla da vendere se non la propria salute, incontra quella di ricchi stranieri la cui vita dipende da un trapianto”, si legge nella presentazione del romanzo uscito ieri, dietro al quale c’è una ricerca meticolosa di documenti e cronaca, perché, chiarisce Vattani, “quando scrivo non mi piace raccontare balle”.
Il traffico d’organi e il destino di Alex
Il traffico d’organi, in una rappresentazione dei suoi ingranaggi solidamente agganciata alla realtà, è dunque l’orrore in cui si trova sprofondato Alex. Che comunque segue ostinatamente una sua etica, un modo per rimanere fedele a sé stesso: “Dare sempre il meglio di sé, anche nel peggio di ciò che si può fare”. “Nel mondo di Al Tayar il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagità delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. È una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l’anima”, spiega Vattani, che traduce tutto questo con una scrittura fluida, veloce, ricca di colpi di scena. Cinematografica. E che, di nuovo, centra il bersaglio di un noir che tiene inchiodati dalla prima all’ultima pagina.