Europee, Maroni “spiega” Salvini: «il Capitano vuole archiviare il centrodestra»
Il primo effetto del “tutti contro Salvini” è il ricompattamento della Lega. Non che vi si contassero chissà quali clamorosi dissensi, ma un po’ di malcontento nei confronti del Capitano serpeggiava nelle pieghe più profonde ed identitarie del Carroccio. Colpa della svolta “nazionale”, del progetto autonomista sepolto sotto montagne di ben più prioritari faldoni sulle scrivanie dei ministeri romani e, infine, della sempre più indigesta convivenza da separati in casa con il M5S. Di questa nuvola di malcontento è stato finora interprete, autorevole e puntuale, Roberto Maroni, già uomo di punta della Lega e ora semplice “barbaro sognante“, come ama definirsi nell’omonima rubrica che cura sul Foglio.
Maroni: «Piazze piene, urne piene»
A volte nei panni di fratello maggiore, altre volte di “suocera” nostalgica del buon tempo andato, Maroni è uno che a Salvini non le ha mai mandate a dire. Lo ha persino pubblicamente rimbrottato di frequentare troppo poco il Viminale. Non come lui che da ministro dell’Interno inventò il “modello Caserta” contro l’emergenza camorra in Campania tuttora rimpianto da magistrati, forze di polizia e cittadini. Sempre con garbo e pur sempre pungente. Ma ora che il leader è sotto assedio, il “barbaro sognante” accorre in suo aiuto proprio dalle colonne del Foglio con un intervento che sin dal titolo («Piazze piene, urne piene») è uno spottone insperato per il Capitano: «Oggi – scrive Maroni – la Lega scende in piazza a Milano. Sarà un pienone, con Matteo Salvini superstar. Nonostante le tegole giudiziarie (più o meno a orologeria), nonostante l’assurda polemica sui voli di Stato, nonostante l’ostilità crescente dei grillini (ma quando li molliamo?) il Capitano è sempre più in sella e sempre più in alto nei sondaggi. La sfida è lanciata: le elezioni europee del prossimo 26 maggio saranno un referendum sulla sua leadership».
Obiettivo: «Fronte sovranista egemonizzato dalla Lega»
Un entusiasmo insospettabile in un “cerebrale” come Maroni che neppure nei tempi epici di Bossi ha raggiunto vette tanto “liriche”. E il resto dell sua prosa lo dimostra ancor di più: «Piazze piene urne piene: in 12 mesi – prosegue Maroni – Salvini ha ribaltato la profezia pronunciata più di 70 anni fa dal leader socialista Pietro Nenni, durante la campagna elettorale del Fronte Popolare. Piaccia o non piaccia, il Capitano è diventato in pochi mesi un fenomeno sociale e sociologico, oltre che politico. E ha un progetto ambizioso in testa: chiudere la stagione del vecchio centrodestra iniziata nel 1994 da Silvio Berlusconi e aprire le porte alla Terza Repubblica, con la sua Lega che diventa il partito egemone (cioè unico) del nuovo fronte sovranista. Piazze piene urne piene, dal 27 maggio – conclude – si cambia. Stay tuned».