Il 22 maggio ’88 ci lasciava Giorgio Almirante. Il popolo del web lo ama: «Un vero italiano»
Il 22 maggio del 1988 moriva Giorgio Almirante, l’arcitaliano per quarant’anni leader della destra italiana. Il suo messaggio, il suo esempio e le sue battaglie hanno lasciato il segno non solo nella storia della comunità della destra ma nell’intera nazione. Domani alle 19,30 alla basilica di Santa Maria in Montesanto (piazza del Popolo, Chiesa degli artisti), a Roma si terrà la Messa in suo ricordo. E sui social è valanga di commenti, riaffiorano emozioni e ricordi personali. Sono linkate le sue frasi più famose che risultano più attuali che mai: «Una cosa che non farei di sicuro è quella di usare violenza di un avversario politico». O ancora: «Un ladro va messo in galera. Se il ladro è uno dei nostri deve avere l’ergastolo». C’è chi posta la frase che pronunciò Indro Montanelli appresa la notizia della sua scomparsa: «Se n’è andato l’unico italiano al quale si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi». In molti pubblicano foto storiche, come quelle dei suoi comizi, migliaia e migliaia di persone in piazza: «Giorgio Almirante: un italiano vero». C’è chi lo ricorda per i suoi occhi carismatici, chi per i le manifestazioni a piazza del Popolo a Roma o a piazza del Plebiscito a Napoli. E chi ancora per la sua lungimiranza e per la sua capacità di anticipare le riforme istituzionali. Il popolo del web lo ama. Mirella ricorda: «Grande politico e uomo onesto. Queste parole me le diceva sempre mio padre che lo adorava…». Narcisio scrive: «Lui sì che riempiva le piazze, con rispetto ed onore!». Luigi non dimentica: «1985, Roma, io c’ero facevo il militare alla Cecchignola, non dimenticherò mai il comizio di Giorgio Almirante. Ho ancora la pelle d’oca. Era un grande». Mentre Dario osserva: «Grande personalità, dopo di lui un vuoto sia per ideali che di valori». E sulla stessa linea Tina: «Che grande statista l’onorevole Almirante, non come questi fenomeni da baraccone che stanno bene solo al circo…». E Flora: «Persona di specchiata moralità e onestà, ci manca». Antonio Giovanni Pietro lo ricorda così: «È sempre nel mio cuore, per me quando veniva a Licata era come un secondo padre e così l’ho difeso fino all’ultimo». Concetta Tina scrive: «Grande uomo come lui nessuno mai. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando venne a Cosenza per un comizio con il mio compaesano Benito Falvo. Un pensiero per un grande uomo, un bacio a lei Donna Assunta. Finché vivremo lo ricorderemo sempre».
aveva perfettamente ragione il grande Indro….. l’unico italiano cui si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi….
Grande uomo è diminutivo, immenso è più corretto.
ah se ci fosse lui il msi avrebbe la maggioranza, nessuno dei suoi eredi è degno di lui