La lezione di Galli della Loggia: cari antifascisti, siete voi i primi a dover studiare la Costituzione
Illuminante articolo di fondo, oggi sul Corriere della sera, di Ernesto Galli della Loggia, il quale intende difendere un principio cardine della democrazia liberale, e cioè che “tutte le opinioni devono essere libere di esprimersi, anche le più sciocche, crudeli o antidemocratiche. Ciò che è essenziale è che chi professa tali idee si limiti a divulgarle con la parola o con lo scritto senza far ricorso a mezzi violenti”. Coloro dunque che affermano che il fascismo non può essere un’opinione e che è un reato anche quando si tratta di un’opinione sono i primi intolleranti che vanno contro ciò che stabilirono i padri costituenti.
La Costituzione infatti, fa notare Galli della Loggia, era talmente inclusiva e così poco rigida da ritenere che fosse vietato con disposizione transitoria ricostituire il partito fascista ma allo stesso tempo vietava solo per 5 anni il diritto di voto ai “capi responsabili del regime fascista”, cioè a coloro “che avevano contribuito in modo decisivo all’instaurazione della dittatura”. Neppure costoro la Repubblica volle mettere al bando, osserva l’editorialista del Corriere.
Che fare dunque oggi con i nostalgici del fascismo? “Arrestarli tutti con il bell’effetto magari – si chiede Galli della Loggia – che qualcuno di loro decida di entrare in clandestinità e di mettersi a sparare?”. La risposta dovrebbe essere evidente, eppure – continua – “ogni volta che, come per il Salone del libro di Torino si rende visibile la sparuta presenza di qualche gruppuscolo fascista nel nostro Paese, ogni volta che qualche decina di energumeni di CasaPound mette furori la testa, nessuno del fronte antifascista si attiene all’aurea regola liberale secondo la quale le parole e le idee sono sempre permesse e che solo le azioni se incarnano una fattispecie penale, quelle sì che vanno invece impedite e duramente perseguite e sanzionate. No, in Italia questa regola sembra non valere. Di conseguenza (…) si preferisce evocare le vacue genericitià di Umberto Eco sull’ur-Faschismus, lanciare il milionesimo allarme sul ritorno del fascismo, la milionesima deprecazione dell’onda nera che monta. Spacciando alla fine per chissà quale luminosa vittoria della libertà avere fatto chiudere lo stand di una scalcagnatissima casa editrice di serie zeta…”. Tutto questo – conclude Galli della Loggia – non solo è poco serio, ma è anche “ben poco in armonia con i principi di una democrazia liberale”, qualcosa di assai diverso “da quanto pensarono e fecero settant’anni fa i padri della nostra Costituzione”.
68ino pentito. Perché non ci racconta cosa diceva e faceva lui negli anni ’70 e ’80, prima che crollasse il Muro di Berlino?
Io sul muro scriverei” Bimbi ricordatevi di amare e proteggere la vostra patria”.