La speranza di nuovo in quella fiamma che resiste orgogliosamente nel tempo
Silenzio elettorale. Dice che oggi non si parla di elezioni. Ma quella fiammella che ci riscalda il cuore non la spegne nessuno. E riflettiamo, ragioniamo, decidiamo. Telefoniamo, incitiamo, convinciamo. Controlliamo la tessera elettorale, i documenti, i “santini”. Perché domani è la festa della democrazia. Si vota. Lasciare tutto com’è o cambiare tutto. In Europa e in Italia.
Junkeria in archivio. Socialisti fuori dalla nomenclatura europea. Lo possiamo decidere noi.
Convincere Salvini a mollare Luigi Di Maio. Lo possiamo decidere noi.
Non sciupare la grande occasione che si offre al popolo italiano.
Fra Draghi e Tajani
Nella giornata del silenzio elettorale si riflette, appunto, e si pensa. Ma quando Salvini dice che vuol governare altri quattro anni con i pentastellati fa sul serio? E ragionando, più d’uno ci penserà prima di mettere la croce sulla Lega. No Tav, no crescita, no Flat Tax, no sicurezza. Adesso basta, domani ci armiamo di matita copiativa e devono starci a sentire. Quattro anni ancora con i grillini sarebbero devastanti per l’economia, per carità. (Sempre sottovoce, è silenzio elettorale).
Magari qualcuno penserà all’ultima proposta di Berlusconi, la penultima era quella per Draghi premier, con tanto di titolone sul Giornale di famiglia. Adesso, il “premier” da offrire in pasto agli elettori italiani torna a chiamarsi Antonio Tajani, come accadde un anno fa, alle elezioni politiche. Non si sono più ripresi. Rifletteremo anche su questa straordinaria proposta berlusconiana in queste lunghissime 24 ore di silenzio elettorale.
Dicessero mai una parola concreta su quello che faranno in Europa. E in Italia. Ci promettono di nuovo meno tasse, i governanti gialloverdi. Ma in un anno non le hanno abbassate. Anzi, con quelle di chi lavora hanno finanziato quel reddito di cittadinanza che per almeno il 15 per cento va nelle tasche di rom e clandestini.
Sull’immigrazione si girano dall’altra parte quando si parla di blocco navale, che sarebbe l’unica soluzione per non far partire i barconi dalla Libia. Niente, rinunciano, non intendono pretenderlo dall’Europa.
Sono quelli che protestano a parole con l’Europa e l’Euro, ma poi ne subiscono la violenta presa sulla nostra economia. Dopo le elezioni subiremo una stangata mai vista, con il balzo in avanti dell’Iva.
Una comunità che torna in Europa
E stiamo ancora a riflettere nel giorno del silenzio elettorale? Abbiamo ancora dubbi su che cosa fare domani?
Guai a sprecare l’opportunità, non facciamoci fregare dai NoEuro diventati RiEuro, che hanno imparato presto la lezione di “quelli di prima” su come ingannare il popolo prima del voto promettendo il contrario di quello che faranno dopo le urne. Alziamo la cornetta del telefono e cominciamo a chiamare i nostri amici, i parenti, i colleghi. E raccontiamo la splendida storia di una comunità che torna ad avere rappresentanza in Europa perché offre di nuovo una speranza di verità. Sarà, orgogliosamente, l’unica fiamma che troveremo nella scheda elettorale, e varrà la pena di tracciare una croce su quel simbolo. Per non inciuciare più con i grillini al governo, per non inciuciare più con i socialcomunisti in Italia e in Europa. Riflettiamo e decidiamo nel nome della coerenza. (Ad alta voce, però).
Nella giornata del silenzio elettorale un programma RAI fa ugualmente propaganda: si parla degli Anglo-americani che sfondano la linea Gustav a Cassino (ma si tace sui “goumiers” marocchini), poi del Trattato di Roma del 1957. Insomma, si passa dalla storia alla politica!
Quella fiamma non si spegnerà mai Dottò, tranquillo!
La fiammella, è la nostra storia, ma non è certo la Meloni che la fa divampare. Con gente come Crosetto che preferisce andare a braccetto con l’Ampi e inneggiare all’antifascismo? Non c’è piu una destra vera che ci rappresenta. Salvini oggi con quello che sta facendo, blocco dei porti, contenere l’invasione proposta dai comunisti di Rizzo e Zingaretti ecc, credo che sia l’unica certezza che abbiamo.
mah