L’India può attendere. Di Battista annuncia il suo ritorno: «Se il governo cade, mi ricandido»

3 Mag 2019 20:30 - di Redazione

Né a sindaco di Roma né a capo politico M5s. Ma a parlamentare sì. Alessandro Di Battista annuncia il suo ritorno in campo: se la situazione precipitasse lui si candiderebbe  come candidato in Parlamento. “Se dopo le elezioni europee dovesse saltare questo governo, mi ricandiderei”, dice l’ex deputato M5s durante la registrazione di  Accordi e Disaccordi  in onda la sera di venerdì 3 maggio  alle 22.45 sul Nove. L’India può attendere, a disptetto del proposito di viaggi esotici annunciato da Di Battista qualche mese fa

“Io mi auguro con tutto il cuore che le prossime politiche ci siano tra 4 anni, e – conferma – lì ci sarei”, dopo di che se il banco saltasse prima “io non me lo auguro e non credo che avverrà, anche perchè questo governo per merito dei 5 stelle sta portando avanti cose interessanti, ma – ammette – a settembre-ottobre mi ricandiderei”.

Da “soldato semplice”, però, senza puntare al ruolo di leader del Movimento: “No, questo no. C’è Luigi Di Maio che è capo politico”. Stesso discorso per la guida del Campidoglio: “No, non è plausibile. Non sono all’altezza di essere il sindaco di Roma. Virginia Raggi è stata all’altezza sempre di più”. “Soldato semplice”? pare davvero difficile…

Di Battista parla poi del caso Siri: “Il punto – dice – non è giudiziario ma politico, come ha capito bene il presidente Conte”. Di Battista prosegue: “A me non frega niente della conclusione di questa indagine, non è questo il punto per me e onestamente l’ha colto perfettamente il presidente Conte. Il punto non è questa inchiesta. Io auguro a tutti i cittadini di uscire puliti dalle inchieste, non so se possa essere l’unica prova contro Siri un’intercettazione tra due terzi che si dicono della mazzetta di turno, perché magari non può essere una prova sufficiente”.

“Però – riprende Di Battista – il punto non è questo e l’ha colto bene il presidente del Consiglio: il punto è che il sottosegretario Siri ha utilizzato il proprio potere per piazzare degli emendamenti che erano delle ‘marchette’ nei confronti di Arata, cioè ha utilizzato il suo incarico pubblico per un interesse personale”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Carlo Cervini 6 Maggio 2019

    Magari tornasse……………questi personaggi cialtroneschi sono come le 7 pighe d’Egitto e fanno perdere consenso e voti ai grillini. E’ come l’endorsement di Prodi nel PD………..se lo vedi fuggi.

  • Ben Frank 4 Maggio 2019

    Se cade il governo, Dibba-giramondo si ricandida? Allora è proprio vero, che le disgrazie non vengono mai da sole!

  • ADRIANO AGOSTINI 4 Maggio 2019

    Ma chi te vole?

  • Luisa 4 Maggio 2019

    È uguale a Renzi un bugiardo patentato. Doveva andare in India non gli fregava nulla della politica, adesso guardalo li famelico di poltrone!!!!!!!!!