Maestra sospesa perché legge Anna Frank in classe? Non è vero, ha dato uno schiaffo a un alunno
È possibile che vi sia stata una sospensione per una maestra che ha letto in classe il Diario di Anna Frank? E’ quantomeno strano, visto che passi del celebre Diario si trovano in tutte le antologie scolastiche, e non da oggi. Per cercare di capire come sono andate le cose bisogna dunque riavvolgere il nastro e cominciare dal principio.
E in principio c’è la protesta della parlamentare Pd Mila Spicola, candidata alle europee, che su Fb scrive indignata: “Maestra sospesa per “motivi politici”: ha letto in classe il Diario di Anna Frank. Sono sconcertata. Il Diario di Anna Frank non è plagio politico, è un pezzo della coscienza civile dell’Umanità, un inno alla libertà e alla tolleranza”. Un comprensibile turbamento viaggia sul web. Il caso si sarebbe verificato a Scordia (Catania) e risale alla fine di marzo. Guarda caso viene tirato fuori proprio dopo il polverone sulla sospensione della professoressa di Palermo.
Ma andiamo avanti: è il Miur a sconfessare la parlamentare Pd, asserendo che Anna Frank non c’entra nulla e che accostare la sospensione alla lettura del Diario, come riporta l’Ansa, è una fake news. La maestra è stata sospesa infatti per uno scappellotto dato a un suo alunno di quarta elementare. E’ stata la madre di quest’ultimo ad allertare la scuola e la preside accusando la maestra ma non solo per lo schiaffo. C’è dell’altro: la maestra avrebbe obbligato l’alunno a stare in piedi, gli avrebbe fatto saltare la merenda. Inoltre impartirebbe ai bambini nozioni “comuniste”.
La maestra si difende a sua volta accusando la preside di averla rimproverata perché leggeva in classe il Diario di Anna Frank. Ma di questo nel provvedimento disciplinare a suo carico non c’è traccia. Nel provvedimento la dirigente scolastica scrive che sull’accusa di plagio politico, figlia di una dichiarazione non verificabile, “non ci possono essere né censure né correzioni“. E anche sull’eventuale lettura in classe del Diario di Anna Frank la dirigente, pur sottolineando il “maggiore rischio di emulazione” da parte di “menti ancora non totalmente cresciute” nel renderli partecipi di avvenimenti funesti e luttuosi e sulle terribili modalità” rimette al “giudizio della maestra” se i suoi alunni “abbiano già la coscienza e la consapevolezza necessaria” o se non sia “più opportuno affrontare certi argomenti con alunni un poco più cresciutelli”.
In pratica un caso gonfiato come panna montata anche se la parlamentare Pd che ha lanciato l’allarme difende la sua tesi: secondo lei se una madre dà della comunista a una maestra significa che “il nostro Paese è a rischio deriva”. Contenta lei…