Ricerca, uno studio del Cnr scopre la causa dell’estinzione dei Neanderthal
Svelata da un team di ricercatori italiani e statunitensi la causa dell’estinzione dell’uomo di Neanderthal. La scomparsa di questi ominidi strettamente affini all’Homo Sapiens e vissuti nel paleolitico medio, tra 200mila e 40mila anni fa, fu provocata da un aumento di radiazioni ultra-violette, i cui effetti selezionarono i nostri antenati Cro-Magnon – un’antica forma di Homo Sapiens – a scapito dei neanderthaliani, a causa di una variante genetica di una proteina sensibile ai raggi Uv, il recettore arilico (Ahr). Ma tale condizione non sarebbe bastata senza l’Evento di Laschamp, una delle principali escursioni del campo magnetico terrestre avvenuto circa 40mila anni fa. Fu allora, infatti, che le radiazioni ultra-violette (Uvr) aumentarono selezionando i nostri antenati Cro-Magnon a scapito dei Neanderthals. Ma servirono altri 2000 anni, un «intervallo breve» secondo gli scienziati, per dichiararne l’estinzione. «Il recettore arilico AhR – spiega il geologo Luigi Vigliotti, del Cnr-Ismar – era stata trovata due anni fa da un team americano ed è decisivo nel contrastare la diossina». La coincidenza con i tempi dell’estinzione dei Neanderthal, che accendevano fuochi nelle caverne, suggerisce che invece fu lo stress ossidativo prodotto dalla mancanza dello schermo fornito dal campo magnetico terrestre rispetto ai raggi Uv ad essere responsabile della loro scomparsa. Gli scienziati americani avevano compreso che il recettore AhR aveva questa variante, ma non avevano collegato tutti gli elementi oggetto delle altre ricerche.