Ricordato Peppino Ciarrapico nel trigesimo della scomparsa: un uomo a cui dobbiamo essere grati

15 Mag 2019 18:16 - di Antonio Pannullo

Si è svolta presso i locali dell’antica sezione del Movimento Sociale Italiano di via Etruria a Roma, la prima della capitale, aperta nel 1947, una messa in ricordo di Giuseppe Ciarrapico, Peppino per tutti. La cerimonia è stata fortemente voluta dal senatore Domenico Gramazio, che di Ciarrapico fu amico e camerata, che ha pregato don Attilio Russo di officiare il rito, che si è svolto nei locali della vecchia sezione. Anche don Attilio, ex valoroso attivista dei Volontari Nazionali di Alberto Rossi, conosceva bene Peppino Ciarrapico, così come lo conoscevano tutti, da Giorgio Almirante al senatore Maurizio Gasparri, intervenuto alla cerimonia, al giornalista e scrittore Adalberto Baldoni, che ne ha tracciato esaurientemente un profilo. Dopo la messa, don Attilio ha esortato la comunità dispersa della destra a riunirsi e a trasmettere ai giovani quei valori per i quali tante persone hanno lottato e qualcuno ha anche dato il sangue. Domenico Gramazio ha ricordato il suo legame con Ciarrapico, ricordando di quando Ciarrapico gestiva lo stabilimento tipografico Saipem di Cassino, presso il quale furono stampati nel corso degli anni forse milioni di manifesti, sia del partito sia dei candidati. Manifesti che spesso Ciarrapico regalava ai candidati, come Maurizio Gasparri ha tenuto a sottolineare.

Gasparri: Ciarrapico fu anche un coraggioso editore

Imprenditore, uomo politico, manager d’azienda, Ciarrapico fu sempre soprattutto un uomo di destra che non rinnegò mai i suoi ideali e la sua fede: era uno dei pochi ad andare ogni anno a Predappio a rendere omaggio alla tomba di Benito Mussolini. Certo, poi era fraterno amico di Giulio Andreotti, di molti socialisti e socialdemocratici, liberali, repubblicani, ma il suo cuore rimase sempre da una parte. Poi il suo impegno editoriale con le edizioni Ciarrapico, che praticamente in solitario diffondevano cultura di destra, in un panorama desolato e ostile: Ciarrapico fu il primo ad avere l’intuizione di creare dei pocket, per così dire, una linea economica di libri importanti, che potevano così diffondersi agevolmente tra i giovani, che tanti soldi non ne avevano. Questo aspetto è stato messo bene in evidenza da Adalberto Baldoni, che ha definito Ciarrapico un uomo schietto, dinamico, generoso, coerente. Nel corso degli anni ebbe anche l’intuizione e la comprensione dell’importanza della cronaca locale, della provincia, dando vita a una miriade di piccoli giornali come Ciociaria oggi, Latina oggi, Cassino Oggi, Nuovo oggi Molise e altri, che finché durarono ebbero un discreto successo. Per un periodo fu anche amministratore del Secolo d’Italia, che salvò dal tracollo economico. Mise anche un serio ostacolo all’editoria imperante della sinistra, che pretendeva di avere il monopolio della cultura, rilevando dapprima le prestigiose edizioni del Borghese e ripubblicandone i titoli, e in seguito le altrettanto prestigiose edizioni Volpe. Come dimenticare poi la rivista Intervento, fondata da Giovanni Volpe nel 1972, da Ciarrapico rilanciata con la direzione di un uomo come Fausto Gianfranceschi, uno dei primo presidenti della Giovane Italia? L’ultima direzione fu invece affidata a Francesco Grisi, un altro protagonista della cultura della destra. Baldoni poi ha ricordato la carriera e i successi dell’imprenditore Ciarrapico, dalle acque di Fiuggi alle cliniche private, al Policlinico Casilino, oggi un’eccellenza della sanità italiana anche per merito del figlio Tullio, al bar Rosati, alla Casina Valadier. Baldoni ha ricordato anche la presidenza della Roma dal 1991 al 1993. Maurizio Gasparri ha ripercorso poi in particolare la carriera politica di Ciarrapico, che nel 2008 divenne senatore del Popolo delle Libertà per volontà di Silvio Berlusconi. E a Gasparri toccò anche fare il capogruppo di Ciarrapico, che pure con le sue posizioni individuali, tuttavia si rivelò sempre disciplinatissimo nelle scelte del gruppo, evitando molto responsabilmente di aggiungere polemiche. Anche Gasparri, che negli anni di piombo fu anche segretario del Fronte della Gioventù, ha ricordato che i ragazzi di allora lo chiamavano “il coraggioso editore”, da una felice definizione di Almirante che ne lodò l’impegno culturale, a quell’epoca difficilissimo. Ciarrapico , in definitiva, fu un grande protagonista della destra italiana, uno al quale tutti dobbiamo essere grati, anche perché ha dato lavoro nelle sue aziende a camerati in difficoltà, e anche questo non va dimenticato.

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