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«Sputano sul Rosario e ci umiliano»: parla un italiano torturato dagli islamici

«Sputano sul Rosario e ci umiliano»: parla un italiano torturato dagli islamici

Cronaca - di Alberto Consoli - 20 Maggio 2019 - AGGIORNATO 20 Maggio 2019 alle 20:15

Si discute del rosario baciato in un comizio. Si fa di tutto per non offendere la sensibilità di altre fedi, retrocedendo dai nostri simboli più profondi. Eppure il rosario viene offeso e ingiuriato in molte parti del mondo, senza alcuna reciprocità né rispetto. La testimonianza che viene dalla trasmissione I Lunatici di Radio 2, è agghiacciante. Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, coadiuvati da Manuel Fondato, hanno intervistato l’imprenditore Massimo Sacco, detenuto per più di un anno negli Emirati Arabi per presunto traffico internazionale di stupefacenti e appena rientrato in Italia. Lo racconta Il Giornale. 

«La tortura maggiore? Il rosario calpestato»

L’imprenditore racconta la sua odissea iniziata a Dubai Marina dove era andato per lavoro, finendo poi in carcere per un colossale equivoco: «Una maledetta sera sono andato a prendere una birra e ho incontrato un altro italiano. Poi si è avvicinato un ragazzo di colore che ci ha offerto cocaina. L’altro italiano che era con me ha provato a portarsi a casa una ragazza conosciuta lì. Ci è andato a casa, ma poi si è scoperto che lei era una spia dell’intelligence di Dubai. Le forze dell’ordine sono entrate a casa sua e lui ha detto che la cocaina gliela avevo venduta io. Mi hanno pestato come l’uva, […] ma non era vero. Da quel momento inizia il mio incubo».

«Esiste solo Allah»

Detenuto due notti dentro una stanza di tre metri quadrati, alla fine Massimo Sacco è stato spedito in un carcere federale e messo in cella con terroristi ed assassini. La cosa più umiliante che dice di ricordare è questa: “Le torture? Una sera stavo pregando con altri ragazzi cristiani. Siamo stati presi e portati fuori, hanno preso il Rosario, sbattuto per terra, ci hanno sputato sopra e mi hanno detto che esiste solo Allah, il loro Dio […]. Loro sapevano che io ero cattolico, cristiano. A Natale mi hanno vietato di chiamare a casa”. Il suo incubo è finito, la ferita rimane. Il credo religioso è una cosa seria. Una storia che dovrebbe ascoltare chi ha tanto deplorato il rosario baciato in un comizio.

 

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di Alberto Consoli - 20 Maggio 2019