A Sulmona il raduno di 5000 alpini, l’arma che tutto il mondo ci invidia
É notte fonda a Sulmona (la città di Ovidio) e nella grande piazza ovale Garibaldi (ex Piazza Maggiore), riparata dal monte Morrone, che funge da corona protettiva prima dell’imponente Maiella, un canto sommesso rompe il silenzio.
“Sono gli Alpini”, dico tra me e me, udendo l’inconfondibile corale melodia che li caratterizza.
Sì, perché quella parte di Forze Armate con la piuma (nera per la truppa, marrone per i sottufficiali e bianca per gli ufficiali, per la verità ne ho vista solo una nella sfilata) ha chiamato a raccolta tutta la sua parte abruzzese per il proprio 50°anniversario regionale.
È un’arma di eccellenza, quella alpina: chiamata ora a fronteggiare le emergenze che sono del tutto estreme, di solito da fronteggiare mentre la pubblica opinione ha il respiro sospeso, con un insieme di uomini coraggiosi che il mondo intero ci invidia.
Qui a Sulmona 5000 penne d’Abruzzo si sono date ritrovo per un orgoglioso spirito di nascita.
È mattina ormai ed entro in un bar per fare colazione.
Noto subito (sono le 8.30 di mattina) decine di bottiglie di birra già finite che l’inserviente sta riponendo in più casse. Per me, che sono Veneto, questa è una sorpresa: perché da noi quei militari sono famosi per la “sgnapa”, brevità nel “bicíèrín”. Intanto, dal palco, sento le parole di un alto rappresentante che si indigna per l’episodio -occorso nella scuola- di quel libro, stampato per i nostri bambini, che – esibendo in copertina il ponte di Bassano- indica loro che quel ponte sormonta il fiume… Piave!
Libro subito ritirato, per fortuna.