Arata, 5Stelle e Pd all’assalto di Salvini. Di Maio: «Si sentiva puzza di bruciato da lontano»
La Lega è travolta da un nuovo tsunami giudiziario e Cinquestelle e Pd marciano all’assalto di Matteo Salvini. È lunga la scia di reazioni politiche all’arresto di Francesco Paolo Arata, ex consulente del Carroccio per il comparto energia, accusato di corruzione, autoriciclaggio e di essere socio “occulto” di Vito Nicastri, il “re” dell’eolico vicino al latitante Matteo Messina Denaro.
Arata in manette, Di Maio all’assalto
Il primo a commentare è Luigi Di Maio che conferma la linea dura adottata per l’ex sottosegretario Siri: «Rispetto il lavoro della magistratura, non voglio entrare nel merito, certo in questo caso la puzza di bruciato si sentiva da lontano…», dice il vicepremier grillino, «ogni volta che c’è un minimo sospetto su qualcosa, in cui emergono legami con la corruzione e la mafia, la politica deve saper subito prendere le distanze». Alessandro Di Battista con un lungo post su Facebook gioca la carta dell’immacolata moralità pentastellata: «Oggi c’à una fantastica legge anti-corruzione e il merito è tutto del Movimento 5 Stelle. Il governo vada avanti perché c’è un contratto da rispettare con ottime proposte ancora da realizzare – chiarisce il Dibba – allo stesso tempo il Movimento deve continuare a denunciare il malaffare dilagante, malaffare reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti. Tutti quanti sia chiaro. Dal Pd con le sue schifezze nella sanità umbra e con Lotti che prova a scegliersi il procuratore generale della procura dove è imputato, fino alla Lega, un partito che non sta rubando a Forza Italia solo voti. Purtroppo gli sta rubando uomini e dinamiche». Non è sorpresa dall’arresto di Arata, la deputata 5Stelle alla Regione Siciliana, Valentina Palmeri, che tempo fa riuscì a bloccare l’impianto “Biometano Gallitello”, che sarebbe dovuto sorgere a Calatafimi Segesta (Trapani), un progetto proposto dalla Solgesta Srl, un’azienda riconducibile all’ex consulente della Lega. «Magari adesso verranno fuori altre cose interessanti. Altre magagne. Purtroppo, il sistema dei rifiuti si presta a infiltrazioni..».
Il pressing del Pd per le dimissioni di Salvini
Puntuale parte il pressing del Pd perché i 5Stelle chiedano le dimissioni di Salvini. Il capogruppo dem in commissione Antimafia ci va pesantissimo: «Consulente della Lega e dell’imprenditore Vito Nicastri, considerato dagli inquirenti come finanziatore della latitanza di Matteo Messina Denaro, definisce un quadro inquietante fatto di rapporti tra mafia, politica e imprese», scrive su Facebook il senatore Franco Mirabelli. Ancora più esplicito Carmelo Miceli che vorrebbe la testa di Salvini «Dopo l’arresto per corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia, con l’aggravante di mafia, di rata, ex consulente per l’energia del leader della Lega Matteo Salvini, ora il M5S chieda le dimissioni del ministro dell’Interno. Altrimenti quella su Siri è stata solo una sceneggiata elettorale. Salvini dica e chiarisca su questa vicenda, almeno prenda le distanze e si esprima», dice l’esponente del Pd che spinge perché l’audizione preannunciata in commissione Antimafia si occupi del caso Arata. «Ma è bene che il vicepremier non aspetti. L’unica cosa che non può fare è far finta di niente o pensare di cavarsela spostando l’attenzione, come fa stamattina, sulla futura chiusura del Cara di Mineo».