Assange, la Svezia rigetta la detenzione del fondatore di Wikileaks accusato di stupro
Il tribunale svedese di Uppsala ha deciso oggi di rigettare la richiesta di arresto per Julian Assange in relazione alle accuse di violenza sessuale formulate contro di lui nel 2010.
La vice procuratrice Eva-Marie Persson aveva inizialmente annunciato che qualora il Tribunale avesse accolto la sua richiesta, la Procura avrebbe emanato un ordine di arresto europeo per il fondatore di Wikileaks, che si trova, attualmente, in carcere in Inghilterra chiedendo anche che Assange venisse trasferito immediatamente in Svezia. Ma, a questo punto, dopo la decisione
L’indagine per le accuse di stupro contro Assange venne archiviata nel 2017, ma è stata riaperta lo scorso aprile.
Il Tribunale di Uppsala nei giorni scorsi ha respinto la richiesta del legale di Assange di rinviare l’udienza, a causa delle cattive condizioni di salute del fondatore di Wikileaks: il 47enne di nazionalità australiana si trova attualmente nell’infermeria del carcere londinese di Belmarsh, soprannominata la Guantanamo Bay britannica, dove sta scontando la condanna a 50 settimane di detenzione per avere violato i termini della libertà vigilata, con la sua “fuga” all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
Dal canto loro gli Stati Uniti non hanno mai mollato la presa sull’hacker e lo accusano di cospirazione con l’ex-analista militare e transessuale Chelsea Manning, per la pubblicazione, nel 2010, attraverso Wikileaks, di materiale riservato e delicatissimo. E la scorsa settimana hanno presentato 17 nuove accuse contro Assange, incluso lo spionaggio. Una guerra di nervi a distanza che contrappone Assange e Wikileaks all’amministrazione Usa.