Autonomia regionale, Lega e M5S ai ferri corti. Ma Di Maio: «Nessun blocco»
Ancora una fumata nera sull’autonomia regionale rafforzata. Il vertice di maggioranza che avrebbe dovuto partorire il testo da mandare al Consiglio dei ministri si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto. Luigi Di Maio, tuttavia, spande ottimismo e assicura che il progetto di autonomia rafforzata per le regioni del Nord andrà avanti perché, spiega, «è nel contratto e si farà». A sentirlo, l’unico ostacolo sarebbe una maggiore condivisione tra Lega e Cinquestelle: «Nessun blocco, ma quando si governa in due le cose di fanno in due», avverte. Le sue parole, tuttavia, non convincono gli alleati leghisti che vi intravedono l’avvio di una resistenza gommosa, la più insidiosa e la più difficile da superare poiché, almeno in apparenza, non discute il merito della questione.
I governatori del Nord: «Basta rinvii»
Basta ascoltare il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, per rendersi conto che proprio questa è la preoccupazione del Carroccio: «Se il tentativo è quello di portare una riforma che sia una non-riforma – fa sapere -, io lo dico subito: non la sottoscriverò mai, per cui è inutile che cercano di portarci in quella direzione. O è sì, una riforma seria e utile per il Paese, oppure è meglio che dicano no». Stesso concetto espresso dall’altro paladino dell’autonomia rafforzata, il veneto Luca Zaia. Dai microfoni di Radio anch’io su Radio Uno, il governatore si è detto «deluso» dall’ennesimo rinvio e ha richiamato i Cinquestelle al rispetto degli accordi: «Se non vuoi applicare la Costituzione a questo punto, delle due l’una: o mi presenti la tua proposta alternativa di autonomia o presenti un modifica della Costituzione. Finiamola con queste manfrine del Paese di serie A e serie B. Il Paese è già così e non per colpa delle autonomie. Cinque regioni hanno già l’autonomia, dodici la chiedono, ne restano tre che ancora non l’hanno chiesta».
Gemini: «Sull’autonomia Salvini sta tradendo il Nord»
Chi prova a inserirsi nelle divisioni del governo è Forza Italia che con Maria Stella Gelmini, candidata alla leadership dei berlusconiani, cerca di recuperare spazio al Nord: «Il tempo è scaduto. La Lega dimostri nei fatti di non aver tradito il voto di lombardi e veneti, altrimenti sarà ancora una volta complice dei M5S».