Boom di arrivi di stranieri in Italia: in 10 anni un milione e mezzo in più. In testa romeni e nigeriani
Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione con cittadinanza straniera è cresciuta di circa un milione e mezzo nel nostro Paese, incrementando tutti gli aggregati del mercato del lavoro. Tuttavia, rispetto al periodo pre-crisi, l’aumento della popolazione straniera residente si è riflesso sempre meno in un incremento degli occupati, con la conseguente diminuzione del tasso disoccupazione 15-64 anni (-5,8 a fronte di +0,2 punti percentuali per gli italiani). Sebbene il tasso di occupazione degli stranieri rimanga superiore a quello degli italiani il gap si è ridotto da 8,9 punti del 2008 a 2,9 punti del 2018. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat diffuso oggi.
L’analisi condotta sui dati della Rilevazione sulle forze lavoro mette in luce alcune delle caratteristiche strutturali che contraddistinguono la presenza straniera nel mercato del lavoro. In particolare, l’andamento dell’occupazione straniera dal punto di vista settoriale e professionale segnala l’accentuazione delle condizioni duali del mercato del lavoro italiano, con la manodopera straniera sempre più concentrata in taluni settori produttivi (in particolare
nel settore dei servizi alle famiglie sono stranieri oltre due terzi degli occupati) e negli impieghi a bassa specializzazione, con minori tutele e retribuzioni più basse. Le differenze professionali appaiono ancora più evidenti nel caso delle donne straniere, la cui partecipazione al mercato del lavoro rimane caratterizzata da un’ampia eterogeneità in relazione alla comunità di appartenenza.
Nell’ultimo anno, il saldo migratorio con l’estero, positivo da oltre 40 anni, ha limitato gli effetti del calo demografico dovuto al saldo naturale negativo: nel 2018 si stima un saldo migratorio positivo di oltre 190mila unità. Si stima che i cittadini stranieri residenti all’1 gennaio 2019 siano 5 milioni 234mila, l’8,7% della popolazione totale”, dice ancora l’Istat nel Rapporto annuale 2019 sulla situazione del Paese. «Nel 2017, delle 343mila iscrizioni anagrafiche all’estero, circa l’88% riguarda cittadini stranieri – continua il Rapporto – I paesi di provenienza sono principalmente Romania, Nigeria, Brasile, Marocco,
Albania, Pakistan, Bangladesh, Cina e Senegal, che coprono quasi la metà delle immigrazioni complessive”. “All’1 gennaio 2018 sono 195 le cittadinanze presenti in Italia – sottolinea – Le cinque più numerose sono quella romena (1 milione 190 mila), albanese (440mila), marocchina (417mila), cinese (291mila) e
ucraina (237mila), che da sole rappresentano la metà del totale degli stranieri residenti”.