Bus dirottato, l’autista senegalese voleva fare una strage. Spunta un video

11 Giu 2019 14:56 - di Redazione
Ousseynou Sy, il senegalese autista dello scuolabus incendiato

Voleva fare una strage. E’ stato trovato dalla procura di Milano il video con cui Ousseynou Sy rivendica il suo gesto. Lo scorso 20 marzo l’autista di origine senegalese ha dirottato un bus con a bordo 50 studenti di Crema. Si tratta di “un proclama” della durata di 37 minuti circa che è rimasto ‘bloccato’ a causa della sua lunghezza e che per questo non è mai finito in rete. Recuperato grazie alla collaborazione di Google, nel video si vede l’autista che con “calma angosciante” offre un'”analisi politica che è un attacco fermo ai governi africani. Non è una chiamata alle armi o un invito a compiere atti terroristici – spiega Alberto Nobili alla guida del pool antiterrorismo della procura di Milano – ma la spiegazione dell’ideologia del panafricanesimo per cui l’Africa deve essere autonoma”.

«Immagini forti non pubblicabili»

L’invito è “a combattere i paesi africani corrotti che svendono l’Africa e una critica alle politiche europee di chi affama l’Africa e li costringe a scappare via rischiando la morte in mare. Il riferimento è alle politiche europee ed italiane, ad esempio cita il vicepremier Luigi Di Maio come uno che condivide la sua idea sulla necessità di smetterla con le politiche di sfruttamento”. Nel video girato dallo stesso autista con il cellulare, qualche giorno prima della tentata strage, c’è una musica orientale a fare da sottofondo. Le immagini girate e il testo in italiano non sono pubblicabili per i titolari dell’inchiesta: “E un video forte che da un lato potrebbe generare il rischio di segnali di emulazione e dall’altro il rischio ancora maggiore di odio verso gli africani. Si tratta di una decisione dettata da una forte esigenza di opportunità” spiega Nobili.

Strage e sequestro di persona

L’autista Ousseynou Sy dovrà rispondere di strage, sequestro di persona, incendio, resistenza e lesioni. Il tutto aggravato dalla minore età delle vittime e con finalità di terrorismo. I due mesi di indagini serrate da parte del Ros di Milano e dei carabinieri del Nucleo informativo con gli interrogatori dei 50 ragazzi, i rilievi scientifici, la ricostruzione di ogni fase del sequestro, hanno rafforzano l’ipotesi che volesse fare una strage sulla pista dell’aeroporto di Linate. La procura è pronta a giorni a chiudere il caso e a procedere con la richiesta di immediato. Nessuna richiesta di perizia psichiatrica è stata avanzata. Sy, che potrà chiedere il rito abbreviato, rischia sulla carta l’ergastolo. Le accuse sono sostenute da elementi concreti, come elencano i due titolari dell’indagine, i sostituti procuratori di Milano Luca Poniz e Alberto Nobili.  L’autista aveva un coltello, forse una pistola giocattolo, ha cosparso il pavimento dell’autobus con dieci litri di benzina, era in possesso di un accendino, si è fatto consegnare i cellulari, ha bloccato le porte del mezzo con delle catene, ha fatto legare le mani ai passeggeri, ha attivato sul pannello luminoso esterno la scritta ‘fuori servizio’, ha oscurato i finestrini, compiendo un sequestro durato circa 40-50 minuti e che non ha avuto esiti drammatici grazie all’intervento dei carabinieri di San Donato Milanese. Un gesto con l’aggravante della finalità del terrorismo, “rappresentate dall’intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri è di intimidire la popolazione”. Deve anche rispondere dell’incendio dell’autista in cui sono rimasti feriti sette carabinieri, per 17 studenti invece la diagnosi parla di stress acuto.

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