Caro Salvini, non basta una felpa leghista per Roma. Che va amata e non usata

21 Giu 2019 6:00 - di Francesco Storace

Matteo Salvini non può davvero pensare che basti incoronare con lo spadone uno qualsiasi per farlo diventare sindaco di Roma. E soprattutto per avere la certezza che governi meglio di tutti, Raggi compresa. Roma è la Capitale d’Italia. E’ Caput mundi. Va amata e non usata. Il che non vale solo per la Lega, ma per tutti. Città difficile, da adorare e maledire. Ma il permesso di adorarla e maledirla non ce lo devono dare a Milano.
Roma la stanno ammazzando i giochi di Palazzo. Il Messaggero ha scritto di Virginia Raggi che è un’incapace e mai un giudizio così netto avrebbe potuto essere altrettanto reale. Lo sanno tutti, persino chi finge di sostenerla. Lei non se ne vuole andare, ma non sarà mai ricordata come un buon sindaco: chi verrà dopo le dedicherà le buche delle strade. I trasporti immobili. I rifiuti maleodoranti. Il verde incolto. Il decoro inesistente. I conti sfasciati. La burocrazia paralizzata.

Roma non è una quota di partito

Non serve Nembo Kid per governare il Campidoglio. Ci vuole amore. Esperienza. Serietà. Affidabilità. Credibilità. Competenza.
Certo, i voti. Ma se si candida chiunque solo perché iscritto al partito che va per la maggiore non è detto che vinca. Rutelli, soprattutto nel primo mandato, non fu un cattivo sindaco. Vinse da iscritto ai verdi con il sostegno della coalizione di sinistra. Occorre personalità.
Nessuno può immaginare che la Capitale debba essere ostaggio della lottizzazione fra partiti. Roma a me, Milano a te, Napoli a lui. Toglietevelo dalla testa, perché la città rifiuterebbe sia me che te che lui. E’ stanca, la Capitale, dopo averne viste di tutte. Risparmiatele di diventare una quota, che già è umiliante non vedersi riconosciuti i soldi che le spettano proprio per il suo ruolo di prima città del Paese. Vengono tutti qui, ci sarà pure un motivo. E’ il suo status, che si è conquistata con duemila e passa anni di storia gloriosa. Con le sue luci e con le sue ombre.

Il Capitano di Roma si chiamava Francesco Totti

E’ sbagliatissimo pensare che sia sufficiente una casacca politica a vincere e poi a governare bene. Mi stupì in un dibattito all’Ordine degli Avvocati sentire Virginia Raggi presentarsi non col suo nome e cognome, bensì come “portavoce dei Cinquestelle“. Ancora così stiamo? Non un amministratore bravo, basta uno qualunque che abbia più clic di un altro (che poi si chiamava Marcello De Vito, a proposito di capacità di selezione dei candidati)?
Mentre Virginia sta asserragliata a Palazzo in attesa di chi la butterà fuori, non usate il lanciafiamme per farvi strada contro il nemico accanto a voi. Metteteli sul tavolo i nomi dei boni viri, magari sottoponeteli al vaglio dei cittadini senza metterci vicino una sigla di partito. Magari è la volta buona che esce fuori uno bravo e non solo fedele. Bravo e onesto. Che poi è quello che serve per rimettere in sesto una città distrutta da un’amministrazione senza visione per il futuro.
Se invece emerge la solita ammaina, è meglio non parlarne. Questo vociare fa solo innervosire gli apparati senza costruire alcunché. E i cittadini sbadigliano. L’unico Capitano, da queste parti, si chiamava Francesco Totti. E poi De Rossi. Ce li hanno portati via e ora dobbiamo aspettare un qualsiasi Pallotta da cercare stavolta a Milano?

Commenti

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  • Aulin 22 Giugno 2019

    Tutto bello ma Roma la conciano così i romani, non i piemontesi o i lombardi. E la Raggi l’hanno sempre votata i romani. Forse invece di dare la colpa ai politici di turno farebbero meglio a farsi un piccolo esame di coscienza.

  • evelina iacattuni 22 Giugno 2019

    Buona notte,,,ho appena letto su Virginia Raggi. Effettivamente condivido il pensiero di Giorgia Meloni,,,,,,,La signora Raggi, non ha il pensiero di una persona attiva, sicologicamente lei é pasiva, quindi gli manca, lo spirito, il pensiero attivo…l’analisi, di cosa bisognoi fare..farsi un piano di lavoro,..vedere le strade piene di immondizia dalla mattina fino alle ore (cuasi) notturne, i cassettoni pieni, e I SACCHETTI pienI, perterra, facendo una montaña,,,,questo su 6 cassettoni, da un angolo della STRADA. 40 METRI, COPERTI…..Non puó essere ,e poi, vedere la piazzetta di Ponzio Cominio e Viale Don Bosco,,l’ erba altissima, bicchierini, carta, sporcizia un abbandono totale….Virginia Raggi, non é la persona indicata per il lavoro che deve svolgere, lo dico come cittadina………evelina iacattuni.,,,,

  • anna maria 21 Giugno 2019

    perchè non cominciano proma i romani ad amare la propria città ridotta ai minimi termini?

    non li vedo molto preoccupati per come è sporca, i topi,i cinghiali e altro…Non pensate alle felpe di Salvini…

  • Claudio Brandani 21 Giugno 2019

    Caro Storace
    se roma è caput mundi è giusto che anche gli abitanti del “mundi” possano dire la loro sulla gestione della capitale. La tua retorica vecchio stampo non porta bene. Hanno gestito bene Roma i sindaci di SX o Aledanno o altri ancora pur eletti dai soli romani?
    non mi pare! perciò lascia perdere Totti e De rossi che non penso siano ne preparati ne interessati e sciorina qualche altra tua idea per come risolvere i grossi problemi della caput mundi.

    • Francesco Storace 21 Giugno 2019

      No, di Roma parlano i romani. Ospitiamo tutti e paghiamo solo i danni

  • Cecconi 21 Giugno 2019

    Storace, lasciamo stare tutti i vari capitanicchi che non portano di certo onore a Roma, Caput Mundi e all’Italia poiché le due entità sono in realtà le due facce della medesima moneta. Sono un tutt’uno inscindibile. Concetti che tutti i capitannicchi e/o aspiranti tali non sono in grado di comprendere in quanto occorre ben altro, sto parlando di cervelli e cultura e non di nutella o altre sciocchezze del genere.

    Roma, come l’Italia, prima ancora di essere amata va rispettata per tutto ciò che ha rappresentato in oltre duemila anni nel mondo intero. Ma per raddrizzare la barca, Roma e Italia, occorre un sogno, una visione, u7n’idea di ciò che dovremmop tornare ad essere perché lo fummo. Occorre studiare, volerlo, perseguirlo a qualsiasi costo e anche imporlo perché giusto e corretto.

    Faccio concludere con la parte finale di un film di un grande regista inglese che ama l’Italia e Roma come tutta la cultura di cui la nostra patria è intrisa.

    https://www.youtube.com/watch?v=YOWGLtiN3FQ

  • Ben Frank 21 Giugno 2019

    Lasciate in pace Salvini e dite ai romani stessi di svegliarsi: alle ultime comunali hanno preferito la Raggi alla Meloni, ma non mi risulta, che a votare fossero lumbàrd! E pubblicate il dissenso, sono finiti i tempi del minculpop!

  • Sante Perticaro 21 Giugno 2019

    Il punto è che quando diventi Sindaco dovresti mettere la città e i cittadini sopra a tutto, anche sopra gli interessi del partito che rappresenti. Purtroppo non è mai stato così. Adesso siamo proprio alla frutta…
    Anzi, alla frutta marcia che puzza fuori dai bidoni delle immondizie con l’estate che incombe.