Caso Palamara, è l’intero Csm che deve dimettersi: non esiste alternativa
Dimissioni irrevocabili dell’intero Csm. Non c’è altro da fare. Se l’organo di autogoverno della magistratura, nel suo insieme, vuol togliersi d’impaccio e dare un segnale di serietà agli italiani che leggono con crescente disgusto dei “veleni” della vicenda Palamara altro non ha da fare. La gravità del racconto è chiara. E non sta certo nelle pretese egemoniche delle diverse correnti dei giudici che si danno battaglia all’interno del Csm. Da sempre quelli cercano di mettere cappello sulle poltrone più ambite (Procure): gioco noto e comprensibile. Quel che è inconcepibile, quel che è davvero grave in tutto il sommarsi e dipanarsi di indagini e ipotesi, accuse e indiscrezioni, sono l’emergere di frequentazioni continuative con pezzi della politica e quelle, ancor più censurabili, con certi personaggi borderline, faccendieri emersi dal nulla (altro che porto delle nebbie!) e che però appaiono in grado di dettare e orientare, di fare e disfare a piacimento. Ecco perché il Consiglio Superiore della Magistratura non crediamo abbia altra strada che presentare, subito e nel suo insieme, le irrevocabili dimissioni. Controproducenti e inutili apparirebbero, infatti, agli occhi della pubblica opinione (parecchio nauseata) palliativi o furbate. Come la autosospensione dalle funzioni annunciata da tre suoi componenti. Non si tratta di prendere tempo e cincischiare, ma di mettere un punto e andare a capo. È già dura da spiegare al comune cittadino come mai, sulla stregua delle accuse formulate nelle inchieste in corso, gli indagati siano ancora bellamente a piede libero. Trattamento che a chiunque altro mortale, non magistrato, sarebbe negato. Impossibile trastullarsi, accomodandosi in panchina e aspettando che la bufera passi. Ne va di una credibilità già residua. Ci dicono sempre che i magistrati non devono solo essere, ma anche apparire imparziali. In questo caso sembra che invece qualcuno abbia pensato di essere tanto intoccabile quanto onnipotente. Ecco, adesso e subito!, rammentando la lezione di Calamandrei, è cosa buona e giusta che l’intero Csm rassegni nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni. Irrevocabili.
Finalmente risulta a tutti evidente che la magistratura non ha alcun titolo per ritenersi moralmente superiore ad ogni altra categoria sociale. Al suo interno vi sono galantuomini e furfanti come in ogni altro ambito sociale, né più né meno. È ora che si eliminino certi assurdi privilegi di cui gode.
Sino a quando non ci renderemo conto che la magistratura è una lobby,tra le più pericolose, perchè detiene un potere enorme, in grado di condizionare società e governi,seconda solo al Vaticano, non potremo mai affrontare seriamente questo grave problema.
Si, col piffero che si dimettono, e mica son scemi
pienamente d’accordo