Chi sono i leghisti in corsa per il ruolo di commissario Ue. Salvini: quel posto ci spetta

10 Giu 2019 18:52 - di Redazione

“Voglio un leghista…” Forte del 34% conquistato alle europee Matteo Salvini sarebbe stato categorico sul colore del commissario europeo che tra quindici giorni il governo gialloverde dovrà indicare per Bruxelles. Le caselle più appetibili, su cui Lega e Cinque stelle hanno messo gli occhi, sono quelle della Concorrenza e dell’Industria. La questione, molto probabilmente, sarà affrontata stasera al vertice tra il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice Luigi Di Maio e Salvini. I tempi stringono, la vicenda è delicata e va risolta all’interno della maggioranza senza creare ulteriori fibrillazioni interne, visto che incombono scadenze importanti come la preparazione della finanziaria. Il leader della Lega non si sbilancia e si limita a un identikit generico: “Giorgetti? Non ho nomi e cognomi in testa, ma ho ben chiari gli obiettivi e io bado alla sostanza: dovrà esserci qualcuno a difesa degli interessi delle imprese italiane e dei lavoratori italiani”. Altro non aggiunge il ministro dell’Interno, che rivendica a sé un “posto al sole” in Europa.

La rosa dove il Capitano dovrebbe fare la sua scelta è formata da cinque nomi: tre sono già a palazzo Chigi (il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e il sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi), due sono presidenti di Regione (Luca Zaia guida il Veneto e Massimiliano Fedriga il Friuli Venezia Giulia). Allo stato, esclusa la carta Giorgetti (Salvini ha bisogno della sua copertura e presenza nella stanza dei bottoni), sarebbero in calo le quotazioni di Zaia e Fedriga (entrambi non sarebbero interessati a lasciare l’incarico di governatore), mentre resterebbero stabili quelle di Fontana e Picchi. Quest’ultimo poi, raccontano, secondo alcune voci, potrebbe alla fine avere qualche chance ma solo dopo aver ottenuto l’upgrade di ministro, ovvero una volta riempita la casella, attualmente vacante, di responsabile degli Affari europei (lasciata libera da Paolo Savona diventato presidente della Consob). La richiesta di un leghista doc da parte di Salvini, raccontano, farebbe cadere tutte le ipotesi di candidati esterni, a cominciare da Giulio Tremonti (considerato molto vicino a Umberto Bossi e alla cosiddetta Lega delle origini) e Franco Frattini (due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi bis e quater e già vicepresidente della Commissione Ue e commissario europeo per la Giustizia, libertà e sicurezza, dal 2004 al 2008).

Commenti

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  • Ben Frank 11 Giugno 2019

    Ma poi, alla fine, Salvini darà la precedenza a un berluscones, come in tante altre occasioni…