Droga, omicidio, stupro: in sette verso il processo per l’assassinio di Desirèe
La Procura di Roma ha chiuso l’indagine sulla morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita la notte tra il 18 e il 19 ottobre scorsi in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. A rischio processo ci sono 7 persone fra cui figurano i primi 4 fermati, Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il 43enne senegalese Brian Minthe: tutti e quattro sono accusati di concorso in omicidio volontario e di violenza sessuale di gruppo sulla povera Desirée, oltre che di cessione e somministrazione di droga a minore. Gara è accusato anche di cessione di droga alla ragazza e prostituzione minorile per fatti antecedenti al giorno della morte della ragazza.
Desirée Mariottini: in 7 potrebbero andare a processo per la sua morte
Morte a cui è seguito lo scempio del povero corpo di Desirée, drogata e violentata quando, ormai inerme e incapace di difendersi, era stesa lì in quell’anfratto sudicio di quel casermone abbandonato dal quale la sedicenne non è uscita viva. Oggi, per la sua morte e per quello scempio che ha lasciato tutti sconvolti, increduli e affranti, per quella vicenda che definire drammatica su tanti fronti, è dire poco, 7 persone tra immigrati ghanesi e senegalesi, accusati di concorso in omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droga a minore potrebbero andare a processo. A incastrarli ci sono diverse prove tra cui anche il Dna di alcuni di loro trovato sul corpo di Desirée e su un flacone di metadone e su una cannuccia utilizzata anche da Desiree per fumare crack.
Tra i capi d’accusa, oltre a concorso in omicidio e violenza sessuale, cessione di droga a minore
I pm capitolini hanno chiesto il processo anche per i pusher Marco Mancini e Antonella Fauntleroy, accusati di cessione di droga a minore. La settima persona a rischio processo infine si chiama Alexander Asumado, accusato di spaccio all’interno del palazzo abbandonato di San Lorenzo. A condurre le indagini sono stati gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dall’aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza.