Continuano a vendere la cannabis come “light”: smantellato spaccio dalle Fiamme Gialle

7 Giu 2019 15:52 - di Redazione

Nascosti nelle pieghe di alcune incertezza normative di settore contraddistinte da interpretazioni giurisprudenziali alternativamente favorevoli, sono proliferati negozi virtuali e fisici di erba ”spacciata” per light, ma che in realtà, come emerso nel corso delle indagini durate diversi mesi, di light non avevano nulla. I finanzieri, infatti si sono imbattuti in una attività commerciale completamente alla luce del sole che tramite i propri siti internet svolgeva una vera e propria attività di spaccio con lucrosi guadagni vendendo cannabis ben al di sopra dei limiti per essere considerata ”light”. A finire al centro delle indagini una nota srl con sede in provincia di Rovigo ma con unità operative nel padovano. In definitiva, i due responsabili, un 64enne ed un 46enne residenti nel padovano, avevano messo in piedi un’ attività operante su tutto il territorio nazionale. I due indagati si approvvigionavano di cannabis proveniente da più origini (su cui ci sono in corso accertamenti), la miscelavano e la confezionavano con una propria etichetta. La particolare e subdola condotta degli amministratori della società, denunciati per traffico di sostanze stupefacenti, consisteva nel dichiarare in etichetta un valore legale del tenore di THC, minore dello 02%, che pertanto non avrebbe costituito alcun illecito.

Tuttavia i riscontri effettuati mediante analisi dei prodotti, ha portato alla luce una verità diversa; ovvero un valore di THC decisamente più alto e fuori da ogni limite consentito dalla legge. Nei loro confronti, per gli stessi motivi, si è proceduto anche per il reato di ”Frode in commercio”, poiché nella etichetta che accompagnava i prodotti venduti veniva dichiarato un valore del CBD, componente legale aromatica che da pregio al prodotto, pari al 13% e che invece è risultato essere pari al 5%, determinando pertanto una qualità inferiore del prodotto in vendita. Le indagini – durate alcuni mesi – hanno subito una accelerazione dopo che il 31 maggio scorso le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno definitivamente fatto chiarezza sulla materia, affermando che il commercio di infiorescenze di canapa costituisce reato sanzionato ai sensi dell’art. 73 del DPR 309/90.  Le indagini condotte dai finanzieri della tenenza di Occhiobello, coordinati dal Gruppo di Rovigo, hanno consentito di accertare che la società interessata in realtà commercializzava prodotti contenenti sostanze stupefacenti in quantitativi ben al di sopra dei limiti di legge, con tenore di THC superiore alla soglia dello 0,60%, e quindi sostanze classificate appieno come stupefacenti Grazie alle indagini svolte, il Pm presso la Procura di Rovigo, Francesco D’Ambrosca, ha disposto ulteriori accertamenti e quindi emesso provvedimenti di perquisizione dei locali commerciali e delle abitazioni dei due responsabili. E proprio presso l’abitazione di essi che sono stati rinvenuti, nascosti nella canna fumaria del camino, circa 90 barattoli di cannabis già confezionata e pronta per essere venduta. Altra sostanza è stata rinvenuta allo stato sfuso, pronta per essere confezionata e smerciata. Nel complesso sono stati sequestrati circa 2 kg di cannabis, barattoli ed etichette, oltre a documentazione di varia natura da sottoporre a ulteriore esame. Tutti i prodotti verranno sottoposti ad analisi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *