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Decreto Calabria, anche la Cisl medici all’offensiva sul provvedimento

Decreto Calabria, anche la Cisl medici all’offensiva sul provvedimento

Politica - di Vanessa Seffer - 18 Giugno 2019 - AGGIORNATO 19 Giugno 2019 alle 13:14

Oggi alle 16.30 era previsto l’avvio alla discussione per la conversione in legge del tanto chiacchierato Decreto Calabria 30 aprile 2019 n.35, su alcune misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria che però riguardano anche il Servizio Sanitario Nazionale nell’Aula del Senato e ieri, alla vigilia dell’avvio della discussione, Andrea Lenzi Presidente della Conferenza dei Collegi di Medicina (Intercollegio) ha lanciato un appello da una riunione al MIUR: “Si convochi subito un tavolo tecnico per non mettere a rischio la qualità della formazione medico specialistica”. Sulla grave carenza dei medici il Dott. Lenzi ha aggiunto“Poteva essere risolto tutto utilizzando gli strumenti del DM 68/15 e costituendo un Gruppo di lavoro tra Miur, Ministero Salute e Regioni invece di fare tentativi forse illegittimi di mettere uno specializzando in un concorso per un titolo che ancora non ha”.

Specializzazioni fondamentali

Il parere del Segretario della Cisl Medici Biagio Papotto non è differente: “La formazione si può fare dentro gli ospedali accreditati, nelle Università e nel territorio. Attendo di sentire le decisioni del Senato dopo che si sarà concluso l’esame del Decreto Calabria, poiché su alcuni punti ho delle perplessità. Il tema va affrontato a 360 gradi. Vanno abolite le specializzazioni? Si può entrare nel SSN senza specializzazione? Sappiamo che per far parte del Sistema Sanitario Nazionale è necessario ad oggi un ulteriore percorso di studi di altri quattro/cinque anni che si intendono di “specializzazione” dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia, voluti dallo Stato. Se le cose devono cambiare, sediamoci attorno ad un tavolo con tutte le parti coinvolte, tutti i sindacati per trovare adeguate soluzioni, per il bene dei pazienti e per il bene degli stessi colleghi. La carenza degli specialisti non si risolve a parer nostro con questa manovra. Gli specializzandi che sarebbero adoperati in questi ruoli a tempo rischiano tra l’altro di non avere mai certezza di assunzione. Su questo Decreto non mi sono ancora mai voluto esprimere finchè non verrà approvato in via definitiva. L’ennesima manovra politica con la quale si rischia di pagare un prezzo altissimo a breve scadenza per la delicatezza della situazione in cui versiamo negli ospedali e nei territori”.

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di Vanessa Seffer - 18 Giugno 2019