Di Maio ai suoi: «Non illudetevi che sia tutto a posto, il M5S così com’è non va avanti»
I Cinquestelle stanno ancora nel tunnel. Non è bastata l’inversione di marcia degli ultimi giorni, quando si è passati dalla guerra a Salvini all’improvvisa pace. Il va tutto bene non ha convinto. Come continuano a non convincere i provvedimenti di governo firmati M5S. E ai ballottaggi è andata male, come al primo turno. L’unica luce (si fa per dire) è Campobasso. Giggino Di Maio non esulta, anzi. Ammette che la situazione è complicata: «Della vittoria M5S a Campobasso non faccio un trofeo, ora il Movimento non può illudersi che sia tutto a posto. Siamo rimasti vittime della nostra contrarietà alla struttura organizzata. Abbiamo detto per anni che non volevamo un’organizzazione, e invece serve…», ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Di Maio spezza la sceneggiata grillina
Dietrofront anche sul piano linguistico, quindi. Non c’è più il tentativo un po’ buffo di nascondere la sconfitta. Era stato accennato alle Europee, poi subito rientrato. Di Maio dà uno sguardo anche all’immediato: «Mettiamo al centro gli italiani: mi aspetto dei sì su salario minimo (c’è la nostra proposta su cui mi aspetto che la Lega ritiri i suoi emendamenti), su meno tasse (da attuare anche con il carcere ai grandi evasori, sulla lotta ai privilegi, sul taglio di 345 parlamentari e sul taglio dei loro stipendi». Sembra un modo di mettere la testa fuori dall’acqua per prendere una boccata d’ossigeno. Con il rischio che tutto questo sia percepito dall’elettorato come l’ennesimo spot propagandistico.